A fine gennaio quando era venuta fuori la notizia del nuovo progetto di costruzione della strada pedemontana del Canavese il mondo agricolo regionale si era ribellato. E’ di questi giorni la notizia della volontà da parte della Giunta Regionale di stanziare 200.000 euro (inseriti e richiesti nel Ricovery Plan del PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza) per la progettazione del primo tratto della nuova strada che correrebbe parallela a quella già esistente.
Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, ricorda che "il progetto risale ad almeno 15 anni fa. È innegabile che, in tutti questi anni, molte cose siano cambiate. Prima di proseguire con il progetto conviene riunire attorno a un tavolo tutti i soggetti e le istituzioni interessate per capire se è reale la necessità di una nuova arteria stradale con spreco di risorse, e nuovi terreni rubati all’agricoltura e ceduti al cemento e all’asfalto. Gli agricoltori del territorio sono tutti contrari a questa ipotesi e chiedono un confronto allargato a tutti i soggetti: lo sviluppo di artigianato e industria non può andare a discapito del mondo agricolo".
Silvia Marchetto, imprenditrice agricola, e presidente della sezione Coldiretti di Rivarossa, rimarca che per gli agricoltori canavesani il progetto della nuova pedemontana non è un’opera utile. "Invece di progettare una nuova arteria, per altro inutile e dannosa per l’ambiente, sarebbe meglio la viabilità esistente, che, comunque, negli anni è già stata oggetto di interventi positivi".
Il progetto andrebbe a coinvolgere in modo pesante l’agricoltura della zona, con significativi impatti negativi sui terreni di una quindicina di aziende agricole, in parte condotte da giovani. Aziende a indirizzo cerealicolo e zootecnico, con oltre 250 capi di Frisona in stalla che producono latte che viene conferito al Caseificio Longo, di Bosconero. Quel latte per essere buono ha bisogno di aria pura pulita e pascoli e terreni naturali, non certo di strade, cemento, traffico e smog. I terreni interessati dal progetto sono fertili e irrigui e sono coltivati a grano, mais e prati.
Ancora oggi Silvia Marchetto ricorda che "è tutta da dimostrare la tesi che sia necessaria una nuova arteria per risollevare le sorti dell’industria locale che molto probabilmente è in crisi per ben altri motivi".
Il mondo agricolo, avuta notizia del progetto di pedemontana del Canavese, si è attivato. Abbiamo organizzato incontri con gli agricoltori di Rivarolo, Front, Busano e Favria, per informare sul progetto. In agenda abbiamo un tavolo di confronto con tutti gli attori: ci interessa capire se quest’opera trova una reale giustificazione. "Abbiamo poi chiesto un incontro con la Seconda commissione del Consiglio regionale che si occupa di Viabilità. La realizzazione di nuova arteria porta alla sottrazione di nuovo terreno agricolo fertile, con la formazione di reliquati su un buon numero di campi, con danni significativi alle imprese agricole e la riduzione delle loro capacità produttiva".
Ma ancora una volta gli agricoltori, quelli che lavorano la terra e provano a presidiare l’ambiente rurale e naturale non vengono ascoltati. Oggi Galliati ricorda: "La Regione Piemonte vuole stanziare a breve i fondi per la realizzazione del primo lotto del progetto con 200mila euro che ha chiesto nel Recovery Plan del PNRR e che poi saranno da destinare alla Città Metropolitana di Torino, per la revisione e il completamento del progetto della Lombardore-Salassa, un progetto vecchio, di oltre 20 anni, e che creerebbe danni irreversibili alla nostra agricoltura e all’economia di imprenditori e lavoratori agricoli".