La finale di Coppa Italia di mercoledì tra Juventus e Atalanta segna un primo ritorno alla normalità per il mondo del calcio: nella sfida tra i bianconeri e i nerazzurri infatti, ci sarà una piccola rappresentanza di pubblico.
Un momento di festa dunque, che coincide però con uno sliding doors importante per la stagione della Vecchia Signora: gli uomini di Andrea Pirlo, in soli sette giorni, si giocheranno sia la vittoria del trofeo, che l'accesso alla Champions League. A decidere il destino dei bianconeri, la Dea. L'Atalanta. I nerazzurri di Gian Piero Gasperini prima saranno gli avversari in finale di Coppa Italia, poi una compagine da tifare per sperare che il Milan compia un passo falso e sia la Juve ad andare in Champions.
Tra i tifosi della Dea, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “La finale di Coppa Italia è la prima partita con un po’ di pubblico. Io non ho ancora deciso se andare, sono molto atalantino, di parte, ma per noi è proprio un’occasione speciale e vorremmo uscire dallo stadio con la Coppa in mano. La Juventus ne ha vinte tante e questa può anche permettersi di perderla".
La priorità è quindi la finale visto che la corsa Champions non interessa l'Atalanta, ritrovatasi "arbitro" della sfida a distanza tra Juventus e Milan: "A parte l’Inter siamo l’unica squadra certa di tornare in Champions, per noi squadra di provincia è una favola”. Un'affermazione detta a microfono, prima di lasciarsi andare a una battuta a telecamere spente: "La Juve perde la finale e noi vinciamo con il Milan? Dove metto la firma?".