Cultura e spettacoli - 20 maggio 2021, 19:46

Museo Lombroso, De Bonis insiste: "Sarò testimone di questo obbrobrio"

Ma la Cassazione ha già definito "legittimo" conoscere le teorie lombrosiane. La sentenza, nel 2019, chiuse un contenzioso con un Comune calabrese

Museo Lombroso, De Bonis insiste: "Sarò testimone di questo obbrobrio"

"Si sono attivate le truppe cammellate per difendere un museo, il Lombroso di Torino, che evidentemente ha un valore simbolico inquietante su cui non voglio nemmeno commentare. Alla mia richiesta di chiusura ci sono state levate di scudi di ogni genere per difendere il diritto alla cultura e alla memoria storica. E grande spazio sulle testate, perlopiù piemontesi, ha trovato anche lo striscione messo da 'Torino tricolore', una associazione che sembra vicina ad aree politiche non certo note per la tolleranza". E' quanto dichiara il senatore Saverio De Bonis in merito alle polemiche sorte intorno alla sua richiesta al ministro Franceschini di chiudere il 'Lombroso'. Il parlamentare ribadisce la sua intenzione di visitare la struttura "per portare una testimonianza diretta di questo 'obbrobrio' insieme a membri del comitato No Lombroso e al professor Giuseppe Gangemi, che definisce una delle "persone dotate di tutti gli strumenti storici e culturali per valutare obiettivamente".

La tesi di De Bonis è però già stata smentita dalla Cassazione, nel 2019: "Si può negare la validità di una teoria scientifica, ma non la sua esistenza e l'interesse generale a conoscerne gli aspetti", ha detto in una causa sulla legittimità del Museo Lombroso di Torino promossa dal Comune di Motta Santa Lucia (Catanzaro), che aveva preteso la "restituzione" del cranio di un cittadino deceduto nel 1872. Il reperto - custodito dalla struttura torinese - era stato, all'epoca, trattenuto da Cesare Lombroso per ragioni di studio: il medico si era convinto che la presenza della "fossetta occipitale mediale" fosse un "tratto caratteristico identificante il fenotipo del delinquente meridionale". I giudici respinsero la richiesta per varie ragioni e nelle sentenze non risparmiarono dei passaggi in cui ribadivano il diritto del Museo ad esercitare la propria opera. L'esposizione appariva "del tutto legittima, in quanto appare evidente l'interesse storico-scientifico della conoscenza di teorie scientifiche (e, quindi, dei reperti che sono stati oggetto delle indagini dei loro autori) come quelle del Lombroso, che hanno avuto notevole eco ed importanza nel dibattito scientifico, per quanto siano, ormai, del tutto superate".

redazione

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