"Meglio dare un euro che avere problemi". E' una motivazione di corsa, prima di entrare al Regina Margherita, quella che una donna con passeggino abbozza a denti stretti, dopo aver dato una monetina all'uomo che in piazza Polonia gestisce i parcheggi di fronte all'ospedale.
Una scena che si ripete tutti i giorni
Lui, un signore tra i 40 e i 50 anni, si presenta nello stesso punto tutte le mattine. L'orario di "lavoro" del parcheggiatore abusivo è full time, dalle 8 alle 17, con pausa pranzo annessa. Sotto il sole e con la pioggia. Tante le persone che preferiscono dargli 50 centesimi o un euro, pur di non ritrovarsi una brutta sorpresa una volta usciti dall'ospedale.
E' una prassi che si consuma ogni giorno, con una puntualità e immoralità disarmante. Sì, perché in zona ospedali chi cerca un parcheggio lo fa per effettuare una visita, per andare a trovare un amico o un parente malato. La scena è uguale tanto davanti al Regina Margherita quanto all'ospedale Sant'Anna, su corso Spezia, e dietro alle Molinette.
Nessuno si sottrae a questa 'prassi'
Dove ci sono le strisce blu o i parcheggi in struttura, poco cambia: le casse automatiche sono presidiate da donne nomadi, i parcheggi su strada invece vengono gestiti da un signore ormai conosciutissimo nella zona. Nessuno di loro ha la mascherina anti Covid, nessuno o quasi sceglie di non dargli una moneta.
Fenomeno di difficile contrasto
Gli interventi delle forze dell'ordine sono frequenti, l'ultimo è avvenuto solo qualche giorno fa: il fenomeno però, in assenza di una norma più rigida, è di difficile contrasto. Ecco perché gli ospedali torinesi sono presi d'assedio dai parcheggiatori abusivi, con malati e parenti costretti a pagare il pizzo per non aggiungere ai loro problemi quelli potenziali alle proprie auto.