Torino ha restituito alla collettività un altro bene confiscato alla criminalità organizzata: in una villetta di tre piani al civico 91/6 di via Chambery, al posto del covo usato dalla 'Ndrangheta per riciclare il denaro sporco proveniente dal narcotraffico, troverà infatti posto il nuovo Centro di Coordinamento delle Cure Palliative dell'ASL.
La sindaca Appendino: “La confisca è uno dei messaggi più forti contro la mafia”
L'inaugurazione della nuova struttura è avvenuta ieri mattina alla presenza delle massime cariche locali: “Quando le istituzioni collaborano – commenta la sindaca Chiara Appendino – si riescono a superare gli ostacoli più complessi. Spesso percepiamo la mafia come un fenomeno lontano quando in realtà non è così: dobbiamo continuare a promuovere la cultura della lotta alla criminalità organizzata, la confisca dei beni è uno dei messaggi più forti in questo senso”.
Il governatore Cirio: “Segnale tangibile della vittoria dello Stato”
Sulla stessa lunghezza d'onda è anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Questo - aggiunge – è uno dei segnali più tangibili della vittoria dello Stato: è un'enorme soddisfazione vedere una struttura nata per arricchimento personale nel disprezzo delle regole tornare a disposizione di tutti con finalità sanitarie; come afferma don Ciotti, la confisca è il modo migliore per dare fastidio alla criminalità”.
Il prefetto Palomba: “Lavoriamo per restituire alla collettività anche altri beni”
Il prefetto di Torino Claudio Palomba ricorda invece la vicenda che ha reso possibile l'apertura del nuovo centro: “Esattamente 10 anni fa - spiega – l'operazione Minotauro rendeva possibili diversi arresti nel mondo del narcotraffico, mentre la villetta è tornata nella disponibilità del Comune solo nel 2018: questa inaugurazione deve rappresentare un segnale importante di fiducia per i cittadini, stiamo lavorando per restituire alla collettività anche altri beni”.
L'ASL: “Il nuovo centro potenzia la rete oncologica”
Esulta anche l'ASL, beneficiaria di una struttura in grado di fare la differenza: “Voglio sottolineare - afferma il coordinatore della rete oncologica Alessandro Comandone – l'importanza strategica del nuovo centro nel potenziamento della rete oncologica, una rete già d'eccellenza per capacità organizzative e livelli di assistenza non solo nella cura del cancro; tutto questo senza dimenticare il ruolo fondamentale svolto dai caregiver”. “Sottrarre beni alla criminalità – conclude il direttore generale Carlo Picco – per utilizzarli nell'ambito dell'assistenza alle persone più fragili rappresenta un elemento di forte valore etico e simbolico”.