La 74a edizione del Festival di Cannes (dal 6 al 17 luglio) accoglierà all’interno di Un Certain Regard, selezione ufficiale, sei film sostenuti da TorinoFilmLab, laboratorio che sviluppa e incoraggia i nuovi talenti all’interno del Museo del Cinema, di cui cinque esordi nel lungometraggio.
A cominciare da La Civil, scritto e diretto da Teodora Ana Mihai, che ha partecipato al programma per sceneggiature ScriptLab nel 2017. Opera prima della regista belga-romena, si tratta di un dramma psicologico ispirato alle storie delle vittime del cartello della droga e delle loro famiglie, inclusa la tragica vicenda di Miriam Rodriguez, attivista messicana per l'uguaglianza di genere e per i diritti delle donne nel suo Paese. Il film è stato girato tra novembre e dicembre 2020 a Durango, in Messico, durante la pandemia.
Piccolo corpo (Small Body) di Laura Samani, giovane regista triestina classe 1989, che ha partecipato due anni consecutivamente ai programmi TorinoFilmLab, guadagnandosi anche il premio Production Award di 40.000 €, è un promettente esordio. Prodotto da Nefertiti Film con Rai Cinema, in coproduzione con Tomsa Film (Francia) e Vertigo (Slovenia), il film traccia un viaggio interiore, dalla realtà alla trascendenza, di una madre alla ricerca della degna sepoltura per il proprio figlio nato morto, nel Friuli di inizio ‘800.
Amparo, scritto e diretto da Simón Mesa Soto, regista colombiano, già vincitore della Palma d’Oro nel 2014 con il cortometraggio Leidi, prende il nome dalla protagonista, un’altra madre che si batte per il proprio figlio, questa volta vittima di rapimento per essere arruolato nell'esercito, nella guerra contro le FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Prodotta da Ocúltimo (Colombia) con Momento Film (Svezia) e Flare Film (Germania).
In Feathers l’egiziano Omar El Zohairy concentra la storia su una madre remissiva che, improvvisamente costretta a farsi carico delle responsabilità familiari, si trasforma in una donna e una madre forte, permettendo all’intera di liberarsi lentamente del padre autoritario.
Inoltre, tra i lunghi della Quinzaine des Réalisateurs compaio altre due opere passate dal laboratorio torinese: Medusa, secondo film della regista brasiliana Anita Rocha da Silveira, arriva dopo l’acclamato Kill me Please (2015), presentato in anteprima al Festival di Venezia e poi in svariati festival in tutto il mondo. Prodotto da Bananeira Filmes (Brasile) in coproduzione con Mymama (Brasile), il film segue la giovane Mariana che per mantenere l’apparenza di una donna perfetta e non cadere in tentazione, controlla tutto e tutti intorno a lei fino all’eccesso.
E, The Sea Ahead, esordio del regista libanese Ely Dagher, già vincitore della Palma d’Oro nel 2015 con il cortometraggio Wave ’98: è la storia di Jana, una giovane donna che dopo tanto tempo torna improvvisamente a Beirut e si trova a riconnettersi con l’insolita vita familiare che aveva lasciato.
Ma il Festival di Cannes è anche l’occasione per confermare il talento di molti filmmaker alumni che proseguono una carriera sbocciata con il TorinoFilmLab e che, proponendo nuove opere, si inseriscono a pieno titolo nel panorama cinematografico internazionale.
È il caso di Julia Ducournau, in competizione ufficiale con Titane, e Juho Kuosmanen con Hytti Nro 6. Tra i film selezionati alla Quinzaine, anche gli italiani A Chiara di Jonas Carpignano e Pietro Marcello con Futura (codiretto con Francesco Munzi e Alice Rohrwacher); oltre a Clara Sola, debutto della regista costaricana/svedese Nathalie Álvarez Mesén che quest’anno sta lavorando alla sceneggiatura del suo progetto The Wolf Will Tear Your Immaculate Hands all’interno del programma TFL ScriptLab.








