Mai più un caso Orlando a Torino, le scuole tornino a essere un luogo sicuro, di crescita e di ascolto. E’ questo il senso del presidio che si è svolto questa mattina sotto la sede dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Troppo fresca da rimarginare la ferita causata dal suicidio del giovane 18enne. A chiedere che la scuola torni a svolgere un ruolo centrale nella lotta all’omofobia il Comune di Torino, il coordinamento Torino Pride e tante associazioni del movimento Lgbt.
La testimonianza di una mamma: “Ho il cuore a pezzi, troppa indifferenza"
“Sono qui perché abbiamo il cuore a pezzi, l’indifferenza uccide più della violenza fisica. Mi occupo di ascolto da 20 anni e l’età dei ragazzini che si sentono soli e bullizzati, disperati, si è abbassata: non si parla più di giovani di 18 anni, ma di 13 o 14 anni” racconta una mamma, che ha deposto un mazzo di fiori sotto il porticato. Un gesto simbolico, che deve giocoforza essere accompagnato da azioni concrete, secondo la madre-volontaria: “Non avete idea di quante storie ho sentito in questi anni: nei casi di omofobia, a differenza di altre situazioni, la persona Lgbt è sola. Non riesce a parlare con un altro adulto e con i coetanei. Le istituzioni sono indifferenti, ma tutta la società lo è”.
Giusta: “Le scuole aprano le porte alle associazioni”
Presente al presidio Marco Giusta, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino: “Credo che la scuola non possa essere lasciata sola, nemmeno gli insegnanti: ci vuole una responsabilità politica di far si che la scuola sia uno spazio sicuro in cui ogni ragazzo possa crescere ponendosi la domanda “chi sono” e rispondendo con serenità a queste domande”.
“Serve un coinvolgimento delle associazioni, che devono entrare nelle scuole. Avevamo già scritto un protocollo d’intesa con l’ufficio scolastico regionale che andava in queste direzioni: per il contrasto della violenza di genere e il riconoscimento delle differenze, intese come un valore” ha concluso Giusta.
Battaglia, Torino Pride: “Vogliamo essere coinvolti per dare una mano”
La posizione dell’assessore è sposata da Alessandro Battaglia, coordinatore del movimento Torino Pride: “Siamo qui per ribadire quanto la scuola sia importante nell’educazione dei ragazzi e per chiedere alla scuola di intervenire su quello che ha a che fare con il bullismo, non solo delle persone Lgbt. Siamo qui per tutti coloro che vivono male la scuola e non hanno il supporto che dovrebbero avere”.
“Abbiamo provato tante volte a dare una mano, ma non sembra che la nostra disponibilità sia ben accolta. Siamo qui a ricordare questa giovane vita che non c’è più e a pensare a tutte quelle giovani vite che invece devono continuare ad avere nella scuola un luogo protetto e sicuro. Un luogo dove impara a vivere in una società che non discrimina” è l’appello lanciato da Torino Pride. Perché drammi come quello di Orlando non accadano mai più.