È un attacco frontale quello che le insegnanti precarie della scuola pubblica rivolgono al Comune di Torino reo, secondo loro, di generare precariato.
Con dei limoni posati davanti a Palazzo Civico, simbolo che evoca i lavoratori “spremuti” dal datore di lavoro, insegnanti, educatrici e assistenti educative del Cub Pubblico Impiego, di fronte alla sede del Comune di Torino, hanno riportato in auge un “vecchio” tema: quello del precariato.
“Approfittando della pandemia, la Giunta comunale non solo non ha assunto personale ma non ha neanche stabilizzato i lavoratori precari che hanno maturato i titoli e la formazione in servizio”, attacca il sindacato. “Non solo: la Giunta ha anche creato una graduatoria in calce, creando nuovo precariato e opponendo lavoratori a lavoratrici”, proseguono.
“Il Comune di Torino - concludono da Cub - non internalizza le lavoratrici degli appalti ma impone un aumento dell’orario di lavoro, riduce le retribuzioni e determina quindi un deterioramento del servizio”.
Il risultato? La migrazione dei bimbi verso le scuole e i servizi privati. Ecco perché, ancora una volta, le insegnanti precarie sono tornate a far sentire la loro voce, nella speranza che il nuovo sindaco e la nuova Giunta possano recepire le loro istanze.









