"Quota di mercato in crescita di 40 punti percentuali, su base annua, al 2,4%". È forse questo il passaggio più beffardo del bilancio Stellantis del terzo trimestre 2021. I dati, infatti, si riferiscono a Maserati, proprio mentre a Torino si sta consumando il trauma del trasferimento dei circa 1100 lavoratori (940 operai) dall'ex Bertone a Mirafiori, mentre sul fronte sindacale si è riproposta la spaccatura tra Fiom (che non ha firmato l'accordo) e le altre sigle, con i metalmeccanici Cgil contrari a ogni ipotesi di chiusura dello stabilimento di corso Allamano.
Nel complesso, Stellantis ha registrato ricavi netti per 32,6 miliardi di euro nel terzo quarto dell'anno, in calo del 14% rispetto al terzo trimestre 2020. E, secondo quanto recita la nota ufficiale, "importanti iniziative commerciali e lanci di nuovi prodotti hanno mitigato il continuo impatto della carenza di semiconduttori".
Lo stock di veicoli nuovi è pari a 689mila unità al 30 settembre 2021, incluso lo
stock di proprietà di 148mila unità. Le consegne consolidate sono di un milione e 131mila unità, in calo del 27% rispetto al terzo trimestre 2020, principalmente per la perdita di circa 600mila unità, pari a circa il 30% della produzione pianificata del terzo trimestre 2021, dovuta a ordini inevasi di semiconduttori
“I ricavi netti di Stellantis nel terzo trimestre - commenta il CFO del Gruppo, Richard Palmer - riflettono il successo della combinazione dei recenti lanci di veicoli, che includono le nuove offerte elettrificate, con importanti iniziative commerciali e industriali intraprese dai nostri team in risposta agli ordini inevasi di semiconduttori. La direzione per l'intero anno è quindi confermata, nonostante persista una scarsa visibilità sull’approvvigionamento di componenti”.
Su Torino, tuttavia, è proprio delle scorse ore l'addensarsi di ulteriore nubi con la creazione di nuove 200 uscite incentivate e anticipate, dopo le 160 della scorsa estate. Una prospettiva che porterebbe (a questo punto all'unica superstite, Mirafiori) una presenza di meno di 2500 addetti, in attesa di gennaio, quando confluiranno i lavoratori in arrivo proprio da Agap.