Cultura e spettacoli - 04 novembre 2021, 10:37

Essere artista oltre il cancro, a Torino le “Pillole di tumorismo” di Armando Borrelli

Inaugurata ieri a Palazzo Barolo la mostra dell'illustratore guarito da un tumore al cervello: le tavole, realizzate con colori naturali, raffigurano con ironia la malattia

Essere artista oltre il cancro, a Torino le “Pillole di tumorismo” di Armando Borrelli

Armando Borrelli

Guarire dal cancro e trasformarlo in spinta vitale grazie all'arte. A riuscirci è stato Armando Borrelli, illustratore di origine napoletana ma torinese “d'adozione”, a cui nel 2016 venne diagnosticato un tumore al cervello con poche speranze di vita: le sue opere sono esposte, da ieri fino all'8 dicembre, all'interno del PARI Polo per le Arti Relazionali e Irregolari di Palazzo Barolo in una mostra a ingresso gratuito intitolata “Un mondo di colori e tanto t(umorismo)”.

Da umorismo a tumorismo

Le tavole esposte (realizzate con colori naturali, ndr) raffigurano in chiave ironica la malattia, all'interno del quale l'umorismo si trasforma – appunto – in tumorismo: “Nella vita - spiega Borrelli – ho sempre fatto l'illustratore e quando, oltre ai gravi problemi alla vista, mi dissero che non avrei più potuto usare la mano destra, mi sentii morire. Grazie alla riabilitazione in ospedale ho potuto iniziare a dipingere ma, non avendo colori, ho avuto modo di scoprire quelli offerti da alimenti come melanzane, zafferano e cavoli blu: la mostra, interamente realizzata in questo modo, raffigura i momenti di vita del 'tumorato' dai sintomi alla guarigione”.

Oltre le paure

Attraverso la sua arte, Borrelli vuole anche contribuire a migliorare la comunicazione sull'argomento e trasmettere un messaggio di speranza. Anche per questo nel 2018 ha pubblicato un libro intitolato “Un'arancia nella testa: pillole di tumorismo vissute, narrate e illustrate da me”: “Le persone – sottolinea ancora – hanno paura a pronunciare le parole tumore e cancro, come se gli portassero una sorta di rispetto come si fa con le mafie. Io credo, al contrario, che superare queste paure ridendoci sopra aiuterebbe moltissimo: i miei disegni e il mio umorismo gentile non intendono prendere in giro i malati ma insegnare a stargli vicino. Nel mio piccolo, inoltre, volevo fare qualcosa che potesse essere d'aiuto agli altri spiegando che dal tumore si può guarire”.

Marco Berton

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