Attualità - 17 novembre 2021, 19:50

Dai villaggi del Marocco agli Europei con l'Italia passando da Torino: la parabola vincente di Driss Saaid nel basket in carrozzina

Anche grazie alla cittadinanza ottenuta nel 2017 dopo un tortuoso iter burocratico, il 26enne cresciuto nell'HB Uicep ha ottenuto la prima convocazione per un grande torneo internazionale

Dai villaggi del Marocco agli Europei con l'Italia passando da Torino: la parabola vincente di Driss Saaid nel basket in carrozzina

Driss Saaid con la coppa dello scudetto conquistata con la Briantea84 Cantù , foto di Alessandro Vezzoli per Briantea84

A 4 anni di distanza dall'ottenimento della cittadinanza italiana dopo un lungo e tortuoso iter burocratico, Driss Saaid ce l'ha fatta. Il 26enne giocatore di basket in carrozzina, nato in un piccolo villaggio del Marocco a 70 chilometri da Marrakech ma cresciuto a Torino (sportivamente parlando nell'HB Uicep, ndr), è infatti riuscito ad ottenere la prima convocazione in Nazionale per una grande competizione ufficiale: si tratta dei Campionati Europei in programma a Madrid da 4 al 12 dicembre; il giocatore della Briantea84 Cantù si aggregherà ai compagni il 25 novembre per il raduno di Cassino, mentre la partenza per la Spagna è fissata per il 2 del mese successivo.

“Me l'aspettavo ma non ci potevo comunque credere”


Per Saaid, dopo i due Scudetti consecutivi conquistati nelle fila di Cantù e Santo Stefano, si tratta dell'ennesima soddisfazione di una carriera sempre più lanciata verso l'olimpo del wheelchair basketball: “Un po' me l'aspettavo – commenta – perché ho dimostrato di potermi meritare quel posto: tutto merito del lavoro e dei miglioramenti fatti nel corso degli anni, gli ultimi raduni sono andati benissimo e non c'erano particolari dubbi sulla mia convocazione. Nonostante tutto, quando ho letto i 12 nomi non ci potevo credere ed è stata una piacevolissima conferma perché stavo aspettando la prima presenza ufficiale in Nazionale da tantissimo tempo”.

Obiettivo qualificazione ai Mondiali

Il torneo prevede due gironi di qualificazione e l'Italia, che dovrà affrontare squadre temibili come Gran Bretagna, Turchia, Olanda, Austria e Polonia, ha buone carte in regola per fare bella figura con un obiettivo ben preciso: “Le nostre avversarie – prosegue – sono toste ma, trovando la giusta chimica, potremo raggiungere buoni risultati: coach Carlo Di Giusto ha puntato su un approccio fisico e su una difesa aggressiva ma non ci mancano i buoni tiratori né il talento; se riusciremo a superare il girone avremo buone possibilità di arrivare tra le prime 5, condizione necessaria per qualificarci ai Mondiali in programma a Dubai nel 2022”.

Driss Saaid, un cantiere ancora aperto

L'occasione è buona per fare anche il punto della situazione sul proprio percorso di crescita: “Con l'esperienza - aggiunge ancora – ho imparato a smussare alcuni lati di un carattere un po' focoso perché a livelli così alti non puoi permetterti di lasciarti trascinare. La mia ambizione è comunque quella di migliorare ancora di più grazie alla consapevolezza, alla lucidità e alla calma che si acquisiscono solamente giocando un certo tipo di partite. Inoltre, sono cresciuto molto anche dal punto di vista tecnico e da quello fisico: se c'è una cosa che non farò mai mancare è il lavoro sporco, sono un giocatore che raramente entra nelle statistiche ma che fa sentire eccome la sua presenza in campo; il cantiere, in ogni caso, è ancora aperto e non intendo fermarmi di certo qui”.

Non poteva mancare, infine, un ringraziamento ai propri 'mentori' torinesi, punti di riferimento fondamentali nella formazione sportiva e umana: “Se ho raggiunto questo traguardo - conclude – è soprattutto per merito di tutti gli allenatori che ho avuto a Torino: Francesco 'Ciccio' Mancuso, Andrea Rocca e John Amasio hanno contribuito in modo determinante a mantenere accesa quella fiammella di speranza nell'arrivare ad alti livelli e per questo non gli sarò mai abbastanza riconoscente”.

Marco Berton

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