Nuove Note - 30 gennaio 2022, 10:52

Mitcho: "La musica è una valvola di sfogo e occasione per raccontarmi"

Il primo disco, “Waysided”, lo ha scritto in inglese perché riconosceva il suo se stesso musicale in quella lingua. Di qualche giorno fa è l’ultima uscita, il singolo “Briciole”

Mitcho

Mitcho: "La musica è una valvola di sfogo e occasione per raccontarmi"

Mitcho è un cantautore romano che vive da un anno a Torino e che ha trovato in questa città la possibilità di vivere una seconda vita. Per lui fare musica vuol dire raccontare se stesso, Mitcho ogni giorno annota pensieri e frasi che poi rielabora e trasforma in canzoni.

Il primo disco, “Waysided”, lo ha scritto in inglese perchè riconosceva il suo se stesso musicale in quella lingua. Di qualche giorno fa è l’ultima uscita, il singolo “Briciole” che racconta di imperfezioni, di solitudine e di barriere comunicative all’interno di una relazione.  

Come si è avvicinato Mitcho alla musica e perchè ha scelto questo pseudonimo? 

La musica è sempre stata presente nella mia vita, intesa come una manifestazione di storie, di persone e di personaggi. Ho sempre avuto, poi, la passione di raccontarmi e penso che questa sia stata la valvola che poi abbia dato sfogo alla composizione. Il mio nome d’arte, invece, ha una storia simpatica. Quando il primo disco era quasi pronto, ho contattato un grafico per la copertina del primo singolo. Si vedeva da subito che non andavamo d’amore e d’accordo, ma abbiamo cominciato a buttare giù idee solo che mancava il nome. Poi l’idea di “inglesizzarlo” è venuta a lui. A me è piaciuto da subito. Forse non l’ho mai ringraziato. Ne approfitto adesso se mai dovesse leggere. Grazie! 

Cosa ispira la scrittura dei suoi testi? 

Non ho modelli così chiari che prendo come riferimento. Sicuramente sono una componente importantissima delle canzoni e forse la parte che mi diverte più creare. Cerco di annotare frasi o pensieri sul telefono durante le giornate, quando ne ho un po’ da parte e mi concedo i miei venti minuti, riesco a collegarle fra loro e dare un senso compiuto alle strofe. 

Il suo primo disco “Waysided” è scritto interamente in inglese, a cosa è dovuta questa scelta linguistica? 

Scrivere in inglese non è stato né un desiderio, né un capriccio, né una volontà di ribellarsi al mercato discografico italiano che non promuove a pieno questo tipo di progetti. Mi sembrava semplicemente la cosa più giusta da fare in quel momento. Non stavo mentendo a me stesso e parte delle mie verità le riconoscevo in inglese, avendo avuto anche tantissime influenze dal mondo anglosassone, sia musicale che culturale. 

Con “Briciole” inaugura una stagione musicale in italiano? Quale storia ci racconta il brano?

Briciole ha avuto il compito di fare da apripista per tanti altri pezzi. Non era facile, ma proprio per questo mi sono sentito di scegliere una canzone che incarnasse tutti miei dubbi e le mie insicurezze sull’esprimermi in italiano.

Il testo parla di imperfezioni, di solitudine e di barriere comunicative che possono esserci in una relazione. Allo stesso tempo, però vuole trasmettere il senso di liberazione. Grazie a Briciole ho iniziato a sentire che anche i pezzi in italiano potevano avere un’identità personale. 

Sta lavorando a nuovi brani? 

Proprio in questi giorni sto tornando nello studio di Francesco Priolo, a Torino. È un vero e proprio rientro a casa quando riesco a immergermi di nuovo in quella realtà tanto comoda quanto angusta. Ho la sensazione di essere dallo psicologo quando si portano testi in studio e si analizzano. Ho già qualcosa di pronto che penso vedrà la luce dopo il Festival di Sanremo, così come tutti gli altri brani che rientrano (almeno nella mia testa, ma solo per ora) nella raccolta “Nemesi”. 

La sua Torino musicale e non? 

Vivo a Torino da un anno preciso, ormai, e per me è stata davvero la porta per la possibilità di vivere la mia seconda vita, fuori da Roma. Credo di aver afferrato il massimo delle possibilità che questa città mi ha proposto, nei limiti dell’epoca storica in cui viviamo.Non vedo davvero l’ora di poterla esplorare tutta e cantare i miei pezzi qui e ovunque!

Federica Monello

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