Il Po e la Dora stanno lentamente scomparendo. E' un grido d'allarme quello lanciato dai fiumi di Torino che, a causa di una siccità senza fine, si stanno letteralmente ritirando. Stanno scomparendo nel nulla.
Il Po e la Dora stanno scomparendo
Le immagini che arrivano dalle passeggiate lungo fiume sono impietose: isole di sassi affiorano dal letto dei corsi d'acqua, cani e padroni passeggiano dove generalmente nuotano pesci. Dal letto del fiume, così innaturalmente esposto, affiora poi la maleducazione e l'inciviltà dei torinesi: il Po, davanti ai Murazzi, è una discarica a cielo aperto con bottiglie, bici, plastica di ogni genere e tipo.
Arpa: "Situazione delicata"
Una situazione che Arpa Piemonte, nella persona del direttore generale Angelo Robotto, definisce "delicata".
"Ci preoccupa la mancanza di pioggia, l'alta pressione che genera un clima assolutamente stabile e soleggiato. Non abbiamo previsioni di tendenza di avere pioggia" ammette.
Robotto: "Sono i cambiamenti climatici"
A preoccupare, inoltre, sono le temperature. "E' uno dei periodi più caldi mai rilevanti negli ultimi 60 anni" afferma Robotto. Per il direttore generale di Arpa, i fenomeni registrati nell'ultimo periodo hanno un nome e un cognome: cambiamento climatico. "I cambiamenti climatici ci sono? Si e li vediamo con i nostri occhi".Sia chiaro, non si tratta del primo periodo di siccità anomala attraversato dai film, anzi. Questa volta però, il quadro è piuttosto pesante. Con una doppia problematica: "Da un lato poca acqua, visto che abbiamo un deficit di più del 50% rispetto ai valori soliti. E poi il continuo soleggiamento che in pianura Padana provoca uno schiacciamento dell'atmosfera, con le contaminazioni in atmosfera che aumentano le loro concentrazioni".
Arpa: "Speriamo in piogge tra febbraio e marzo"
"Questa è una situazione abbastanza delicata, ma confidiamo che i mesi di febbraio e in particolare di marzo, storicamente più piovosi, riescano ad apportare quel beneficio di cui abbiamo bisogno. Certo è che che non abbiamo più accumuli di neve e questo è un altro motivo di preoccupazione" conclude Robotto.
Grimaldi (Luv): "Torino ha sete. Impareremo che non si tratta di maltempo?"
“Il problema a Torino non è il freddo, ma il freddo umido! Quante volte ci siamo scambiati questa frase. E se non fosse più così? E se a farne le spese fossero in primo luogo le colture di mais e di riso? Il sistema irriguo piemontese è stato progettato per abbondanti piogge primaverili e per lo scioglimento di certe quantità di neve; se la neve non cade il rischio è un conflitto tra allagamento delle risaie e bagnatura del mais” – afferma Marco Grimaldi, (capogruppo LUV in Consiglio regionale). – “Ci avviciniamo al giorno del Consiglio straordinario aperto della Regione sul clima, per quel giorno avremo imparato che non si tratta di maltempo?”.