Una strada che rischia di spazzare via ettari ed ettari di terreno, di campi agricoli. Una variante urbanistica, quella alternativa alla Strada Provinciale 460, in grado di mettere in ginocchio decine di aziende agricole. E' per questo motivo che questa mattina gli agricoltori del Canavese sono saliti a bordo dei loro trattori e hanno "paralizzato" il traffico sulla provinciale 460 tra Lombardore e Front: "Noi siamo qua e ci saremo sempre: non distruggete la nostra terra".
E' un appello tanto disperato quanto rabbioso quello che gli agricoltori del Canavese hanno rivolto alle istituzioni. Un centinaio circa i presenti, con 50 trattori. Le ragioni della protesta? Il tracciato della futura variante alla strada provinciale 460 Lombardore-Front in Canavese. Il presidio è stato indetto da Coldiretti Torino che ha chiamato a raccolta le aziende agricole direttamente danneggiate dagli espropri e tutte quelle aziende canavesane colpite dal consumo di suolo fertile che attacca l’agricoltura sostituendo i campi con opere viarie, campi fotovoltaici, aree industriali, nuove urbanizzazioni.
"Questi Comuni hanno assoluta necessità di avere una variante urbanistica legata alla viabilità, purché questa non sia distruttiva per le aziende agricole. La risposta degli agricoltori è chiara: si contestano opera completamente distruttive", spiega Sergio Barone, presidente Coldiretti Torino.
"Quello che ci preoccupa - prosegue il presidente - è l'assenza alla manifestazione delle istituzioni, dei politici interessati a questa progettazione". Per Barone, l'aspetto il nuovo tracciato non rispetterebbe nemmeno l'ambiente e il contesto in cui andrebbe a inserirsi: "A livello di principio, sono tutti a favore della conservazione del terreno agricolo, come sacro suolo da difendere: nel momento in cui c'è da costruire una strada, boschi urbani o iniziative che si mangiano il terreno agricolo, tutti se ne dimenticano". "Nella lunga storia di questa opera, concepita oltre 20 anni fa, la Città Metropolitana e la Regione non hanno mai tenuto in considerazione le ragioni dell’agricoltura", conclude Barone.
Chi è fortemente contraria alla variante è Silvia Marchetto, presidente Coldiretti Rivarossa: "Questo progetto impatta in modo disastroso sulle nostre aziende agricole: pensare di tracciare una linea su una cartina e devastare il territorio farebbe crollare la produttività delle nostre aziende. E' impensabile. Il progetto non è più sostenibile dal punto di vista agricolo, economico e ambientale".
"Chiediamo modifiche sostanziali" prosegue Marchetto. "Non siamo contro tutto. Le nostre alternative sono serie e valide, ma ci vuole la volontà politica di prendere in mano la nostra proposta. Questa variante così com'è non verrà mai accettata dal nostro mondo agricolo".
Per gli agricoltori infatti, la strada distruggerebbe terreni agricoli di prima e seconda classe, ertili, irrigui, sui quali si fonda la vita delle loro aziende. "Coltiviamo cereali, foraggi, alimentiamo i nostri animali, produciamo latte e carne che immettiamo nel mercato a km0: con il Covid la gente temeva di non trovare cibo sugli scaffali e non è avvenuto grazie alle produzioni a ko0 dei contadini. Il cittadino non ha subito danni".
Le aziende coinvolte, solo nel tratto tra Lombardore-Front sono circa 30, ma il numero enormemente se si considera il tratto Lombardore-Salassa.
"Abbiamo veramente una bella realtà agricola, tra le più belle del Canavese. E' un polmone verde, quasi incontaminato" spiegano gli agricoltori. "Non permetteremo che venga distrutto: i sindaci si facciano carico delle nostre istanze e le portino agli enti superiori. Hanno il dovere di difendere le aziende del territorio. Noi siamo qua e ci saremo sempre: non distruggete la nostra terra" è l'appello lanciato dalla rappresentante di Coldiretti. Coldiretti ha chiesto un incontro urgente alla Città Metropolitana, che si occupa della progettazione dell’opera, per chiedere modifiche al tracciato.