Politica - 20 febbraio 2022, 19:20

Piani Pnrr, la rivolta dei Comuni distanti da Torino: "Le risorse si fermano alle porte del capoluogo"

"Stupore e perplessità" da parte di Uncem, alla luce della concentrazione dei 233 milioni di euro dei Piani urbani integrati

castello di Exilles

Le vallate e i Comuni montani reclamano spazio nel Pnrr

"Stupore e perplessità". Così Uncem commenta l'ipotesi di concentrazione dei 233 milioni di euro dei "Piani urbani integrati", destinati dal PNRR alla Città metropolitana di Torino, nel capoluogo e poco oltre le mura perimetrali della città.

"Investire su Exilles e Usseglio vale tanto quanto investire nella prima cintura"

"Se le risorse restano nella prima cintura che ha cercato di opzionare 120 dei 133 milioni disponibili, tolti i 100 che già assorbe Torino, il fallimento della pianificazione è evidente", dicono i rappresentanti degli enti montani. "Investire risorse a Exilles, nelle Casermette di Usseglio, a Val di Chy, oppure a Balme e ad Angrogna non è meno importante di investire fondi a Grugliasco, Settimo o Rivoli. Ci vivono meno persone, ma queste non sono meno importanti e non hanno minori diritti di cittadinanza rispetto ad altre".

"I progetti buoni sono anche nelle valli"

E da Uncem concludono: "I progetti buoni ci sono anche nelle Valli, che insieme stanno lavorando. Uncem auspica da tempo un patto tra città e territori che sia funzionale alla reciproca crescita. Tagliare fuori tutto quello che c'è oltre le Regge sabaude torinesi è miope e anche ridicolo. Si ricompongano i progetti presentati, senza purtroppo una preventiva regia politica, tenendo conto della peculiarità dei territori, senza tagliare fuori le aree montane. Anche quelle meno abitate".

Massimiliano Sciullo

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