Eventi - 21 febbraio 2022, 19:49

"Mineur Mineur": il lavoro minorile nel mondo raccontato da Bertille Bak alla Fondazione Merz

Un'opera site specific e quattro installazioni visitabili fino al 22 maggio

"Mineur Mineur": il lavoro minorile nel mondo raccontato da Bertille Bak alla Fondazione Merz

Al via da oggi alla Fondazione Merz, la prima personale in Italia dell’artista francese Bertille Bak.

L’inedito progetto espositivo site-specific, che sarà visitabile fino al 22 maggio, è stato curato da Caroline Bourgeois, curatrice alla Collezione Pinault di Parigi e prende il titolo dall’opera principale, la video installazione "Mineur Mineur", tradotto: "Minatore Minorenne".

Nipote di minatori polacchi che venivano mandati a lavorare nelle miniere di carbone del nord della Francia fin dall’età di 13 anni, l'artista prende spunto dalla propria storia personale per raccontare il tema del lavoro minorile che ancora oggi priva dell'infanzia, della dignità e della salute circa 152 milioni di bambini nel mondo.
 
Il suo scopo - spiega la curatrice - non è quello di farsi conoscere, ma di guardare con attenzione, con umanità le vite che avrebbero potuto essere le nostre se fossimo nati altrove.”
 
All'alto spazio della Fondazione Merz, Bak ha scelto di contrapporre la profondità abissale della terra. L’allestimento gioca infatti sul continuo straniamento causato da un doppio registro di lettura delle opere: una apparente regressione giocosa a cui viene condotto lo spettatore, dove però candore e efferatezza vanno a coesistere.

Il linguaggio della favola, che accomuna tutti i suoi progetti, lega una realtà di destini tragici. Un racconto sociale, che diventa una sorta di archivio della memoria, che intreccia la vita delle persone incontrate con la produzione di una nuova immaginazione comune.
 

In mostra 

Il lavoro principale della mostra, Mineur Mineur, è il frutto di tre mesi di intensa ricerca sulle miniere e sul lavoro minorile in tutto il mondo. La storia dei bambini è raccontata attraverso immagini di oggetti legati alla spensieratezza dell’infanzia: labirinti sotterranei, spazi capovolti, passaggi attraverso pareti e soffitti, diapositive e registratori. Queste evocazioni ludiche portano lo spettatore verso lo spettacolo della scena finale, che ricalca quelli di fine anno scolastico, dove ogni gruppo di bambini sale sul palco per segnare il passaggio alla classe successiva. Ma la festa è in realtà totalmente disincantata, accompagnata dalla musica di un flauto dissonante, che spinge i bambini nei meandri della terra attraverso scivoli, per riportarli al loro stato di piccoli esseri umani invisibili.
 
I mostra si potranno poi ammirare altre quattro opere, che fanno da controcanto a quella principale, alternando video e installazioni: "This mine is mine", "Bleus de travail (Tute da lavoro)"; "Le berceau du chaos (La culla del caos)" e "Tu redeviendras poussière (Diventerai di nuovo polvere)".

Chiara Gallo

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