Doppia mostra alle Ogr Torino dal 25 febbraio al 27 maggio con focus sul tempo.
Al binario 1 "Here" dell'artista cipriota Maria Hassabi. Su un pavimento e alcune piattaforme completamente dorati, si esibiscono in una lenta performance l'artista stessa e altri cinque ballerini con un accompagnamento sonoro che ne scandisce le movenze.
Le pose e i movimenti degli artisti sottolineano il concetto di presenza mutevole, del qui e dell'ora. Di fronte all'immobilità e alla lentezza dei performer, il visitatore è invitato a riconsiderare la propria presenza, fin anche i suoi movimenti nell'ambiente stesso e la sua relazione con i corpi vivi. In un mondo fatto di velocità e "dirette" social Maria Hassabi suggerisce un modo diverso di vivere la realtà e il momento, con maggiore consapevolezza.
Al binario 2 invece è ospitata la grande installazione "Handscapes" di Nina Canell che, sempre attraverso l'uso del tempo, richiama l'attenzione su cui concetti di circolazione e trasformazione dell'energia.
Ad accogliere il pubblico è un grande ledwall in cui scorrono per prime le riprese di una lumaca che con il suo corpo molle e languido invade lentamente un quadro elettrico. Il primo piano sull'animale ci permette di vedere i cambiamenti e le fluttuazioni che avvengono sul suo corpo, quasi ipnotizzandoci.
La seconda sequenza è un'inquadratura dall'alto dei grattacieli sul lungomare di Telegraph Bay a Hong Kong. I palazzi, con queste grandi buchi centrali, sono conosciute come "porte dei draghi" che secondo la leggenda rappresentano il passaggio delle figure mitologiche mentre si recano a bere l'acqua dell'oceano. Un apparente vuoto circonda il passaggio, creando un'aura mistica che quasi ci illude della reale esistenza di queste creature e di un mondo alternativo.
Nessun suono accompagna i due video, ma appena fatti pochi passi, il visitatore si accorgerà di essere su un pavimento "fragile" e al tempo stesso estremamente solido: un vero e proprio pavimento di conchiglie che circonda lo schermo. I gusci vuoti dei molluschi marini, per quanto delicati, sono in realtà alla base della maggior parte dei nostri edifici, compreso il pavimento originale delle Officine Grandi Riparazioni in cui sono allestite le due nuove mostre.