Ha portato generazioni di bambini tutti giorni su e giù per i tornanti della provinciale che collega in circa 6 chilometri, Luserna San Giovanni a Rorà, colmando circa 500 metri di dislivello che separano i due paesi. Da decenni alla guida dello scuolabus per i piccoli rorenghi, Sergio Tourn annuncia il suo pensionamento. Ad agosto infatti lascerà il lavoro di operaio comunale per cui era stato assunto nel 1996.
Tourn è del 1963, ed è cresciuto in una Rorà dove non era necessario scendere a valle per imparare: “In passato il paese ospitava ben tre scuole: oltre a quella in centro, ce n’era una in località Rumer, un’altra alle Fucine. Le ultime due però hanno chiuso negli anni Sessanta” racconta. Oltre che operaio comunale, per alcuni anni è stato bidello della scuola in centro paese; quando è stata chiusa, gli alunni hanno cominciato a scendere a Luserna San Giovanni, e lui con loro.
Come operaio comunale, Tourn non si è occupato solo dei trasporti ma anche delle aree verdi e dei servizi cimiteriali e ha fatto il messo notificatore, ma il tempo passato alla guida del pulmino è forse ciò che più lo ha appassionato: “Guidare su strade di montagna come queste è tutta un’avventura” afferma. Ci sono stati anche momenti di tensione, come durante le alluvioni: “Nel 2011 sono rimasto bloccato con il pulmino a Luserna San Giovanni, mentre i genitori aspettavano i loro figli di ritorno da scuola a Rorà - racconta -. Non potevo attraversare il ponte sul torrente Pellice di corso Matteotti perché, più a monte, a Torre Pellice, era crollato il ponte Bertenga”. Per un’ora e mezza circa, autista e bambini sono rimasti ad attendere nello scuolabus: “Era necessario aspettare il passaggio dell’ondata più pericolosa, quella che trascinava il materiale a valle, per aver il permesso di attraversare il ponte e proseguire verso Rorà”. In questa, come in altre situazioni difficili, l’autista ha ricevuto coraggio dai suoi passeggeri: “I bambini sono coraggiosi, riescono a prendere le situazioni dal verso giusto”.
Ora, sono una dozzina i bambini che prendono il pulmino dalla piazza principale di Rorà per raggiungere la scuola di Luserna San Giovanni o le fermate dei bus per Pinerolo: “Ci sono 5 o 6 ragazzi delle superiori, 4 delle medie e 3 delle elementari”. Alcune famiglie rorenghe però preferiscono non avvalersi del servizio: “Credo che siano 5 o 6 i bambini in età da scuola elementare, e da scuola dell’infanzia, che vengono portati dai genitori”.
A Tourn dispiace che alcune famiglie non usufruiscano del servizio, ma riconosce come i suoi piccoli passeggeri debbano adattarsi ad una situazione non troppo comoda: “Al mattino, partiamo tutti da Rorà alle 7,15, per arrivare alla rotonda di Luserna San Giovanni alle 7,35 e permettere quindi ai ragazzi delle superiori di prendere i bus per Pinerolo. Purtroppo però le classi delle elementari iniziano verso le 8,05, e alcune anche alle 8,20, così i bambini devono attendere sul pulmino”.
A Rorà, Tourn ha cresciuto i suoi tre figli: Loris, Mattia e Alessia, che hanno viaggiato anche loro sullo scuolabus guidato dal padre. “Sono sempre vissuto a Rorà e negli ultimi anni ho visto rimanere stabile il numero di bambini in paese. Alcuni ragazzi vanno via quando trovano un lavoro a valle, ma nuove famiglie vengono a stabilirsi”.
Le idee sono già chiare su quel che vorrà fare a partire dal primo giorno di pensionamento: “Aiuterò di più mia figlia Alessia nella conduzione della trattoria Frioland”. Nel locale in centro paese, Tourn metterà così a frutto l’esperienza maturata seguendo le orme delle donne di famiglia: “Mia nonna, Amalia Charbonnier, gestiva la locanda di Pian Prà, mentre mia madre, Ada Paschetto, I Topi di Luserna e Le Vigne”. Lui stesso in passato ha gestito il campeggio di Rorà, che si trova lungo la strada che sale al Parco Montano.
Se le nevicate lo permetteranno, continuerà anche a battere la pista per slitte e bob vicino al Sibourgh e, comunque, si porterà nel cuore i discorsi e gli sguardi dell’ultima generazione di piccoli passeggeri: “Negli ultimi dieci anni è successo qualcosa: i bambini sono consapevoli del mondo che li circonda, ragionano di più e sono rispettosi. È come se fosse finito il tempo dei ‘figli di papà’”.