Attualità - 07 aprile 2022, 10:25

Mirafiori gran Tour: una "via Crucis" tra le sofferenze della grande Fabbrica. Che ora sogna di riciclare le batterie

Da sabato e fino a luglio Fiom organizza una volta al mese una visita sul perimetro dello storico stabilimento: "La crisi non è solo un problema dei lavoratori, ma di tutta la città. Puntiamo su produzione ed economia circolare"

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Mirafiori Gran Tour: una "via Crucis" tra le sofferenze della grande Fabbrica

Si chiama “Gran tour di Mirafiori”, vuole raccontare il passato glorioso della Fabbrica con la maiuscola, a Torino, ma non è nostalgia o "passatismo". L'iniziativa vuole "tenere i riflettori accesi sullo stabilimento, su Torino e sull'industria del nostro territorio. Sappiamo che i fasti del passato col milione di autovetture non torneranno più, ma 200mila di esemplari all'anno sono i volumi necessari". Così la spiega Edi Lazzi, segretario provinciale di Fiom Cgil, sindacato che organizza l'evento di sabato, alle 9.45, con la collaborazione di lavoratrici e lavoratori di Mirafiori, che percorrendo a piedi gran parte del perimetro della fabbrica illustreranno ai partecipanti, ciò che Mirafiori ha rappresentato per la città, ma anche ciò che può rappresentare per il futuro. Un appuntamento che si ripeterà ogni secondo sabato del mese, fino a luglio.

Problema per i lavoratori, ma anche per la città

"È un problema dei lavoratori, ma anche della cittadinanza nel suo insieme. Il calo dei volumi hanno comportato molta cassa integrazione, ma anche licenziamenti al di fuori del mondo automotive", aggiunge Lazzi. "Bisogna rilanciare questa fabbrica e oltre ai cittadini l'evento è aperto anche a Comune e Regione - dice ancora il segretario - partiremo dalla porta 5 (in corso Agnelli, ndr) e arriveremo alla porta 2. Racconteremo la storia, i numeri, il calo di quasi il 98% nella produzione auto rispetto agli anni Settanta. Parliamo di 3 milioni di metri quadri di superficie, pari a 450 campi da calcio, la metà dei quali sono vuoti".

Auto, ma anche recupero di batterie

Che fare? "Auto, innanzitutto. Ma anche ottimizzando gli spazi inutilizzati bisogna continuare a puntare su attività manifatturiere. Abbiamo parlato di gigafactory, ma Stellantis ha deciso diversamente. Allora possiamo pensare al riciclo e al riutilizzo delle batterie. Senza dimenticare il fotovoltaico".

Un riferimento arrivato anche da Carlos Tavares, CEO di Stellantis, nei giorni scorsi. "Ma è stato appena accennato: noi lo ribadiamo con forza. Bisogna avere idee e un piano chiaro. E servono anche assunzioni, per affrontare la transizione in una fabbrica che ha un'età media piuttosto alta", conclude Lazzi. "Vogliamo dare un futuro alla città, ma soprattutto ai nostri giovani. E ribadiamo che non ci può essere ingegneria staccata dalla produzione: altrimenti senza l'applicazione concreta, la testa va via. Lo stesso vale per l'indotto, che non può sopravvivere all'assenza della committenza finale".

Passato e futuro della "Città nella città"

"Ci sono grandissime professionalità che devono essere conservate e valorizzate al meglio - aggiunge Gianni Mannori, responsabile Mirafiori per Fiom Cgil - e attorno a loro dovranno crescere i nuovi ingressi, le nuove generazioni".

"Mirafiori è una città nella città, il più grande stabilimento privato del Paese, ma non è accettabile pensare che il maggiore investimento in questi ultimi anni è stato l'incentivo all'esodo. La cassa integrazione è stata la voce di spesa maggiore per l'azienda".

Massimiliano Sciullo

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