Si respira aria pompeiana a Palazzo Madama. Aperta fino al 29 agosto l'attesa mostra "Invito a Pompei".
120 opere tra arredi, statue, gioielli, bronzi, affreschi, mosaici e addirittura i calchi di alcune delle vittime dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Un percorso che invita idealmente a entrare in una domus romana, una delle case più lussuose della Pompei del I secondo d.C. e che era stato già anticipato nelle settimane scorse dall'arrivo di due preziosi reperti: la parete con pittura da giardino proveniente dalla Casa del Bracciale d'Oro e il mosaico a pavimento con delfino di ambiente termale proveniente dalla villa della Pisanella.
"Avremo la possibilità di scoprire cosa si nasconde all'interno delle vie di Pompei - spiega il direttore di Palazzo Madama, Giovanni Carlo Federico Villa -. Da luoghi straordinari come il ninfeo che rappresenta il cuore della casa, ai bronzi, alle terracotte e la pittura vesuviana che tanto ha fatto nell'immaginario di Pompei".
Frutto della collaborazione tra un museo comunale e uno statale, la mostra si propone con il primo di tanti eventi di questo genere come conferma il sindaco Stefano Lo Russo: "Un avvio di una nuova fase di rilancio dei nostri musei civici. Vogliamo consolidare la collaborazione con i musei statali per arricchire l'offerta ai turisti e ai cittadini anche a valle dei grandi eventi in programma".
In mostra
Un'esposizione concentrata che permette di fare un tuffo nel passato, quando ancora la terra non aveva tremato e Pompei era il fiore all'occhiello della bella vita romana. Ed ecco allora che la mostra si apre con il Ninfeo della Casa del Bracciale d'Oro. Un maestoso mosaico a cupola che accoglieva gli ospiti all'interno del giardino della domus, con uno sfarzoso gioco di conchiglie e tessere colorate di vetro.
Ma anche gli oggetti della casa: dai bronzetti ai mascheroni di terracotta, dalle pesanti collane in oro agli orecchini, i cosiddetti "crotalia", chiamati così per il loro tintinnio delle perle che si urtavano tra loro e tanto amati dalle matrone romane, fino ai contenitori per gli unguenti per la toelettatura quotidiana.
E poi ancora la famosa pittura vesuviana con affreschi raffiguranti gli ozi, i miti e i piaceri della vita a Pompei. Affreschi come il Frammento con maschera teatrale tragica, il Sileno disteso, la Scena di caccia al cinghiale e la scherzosa Scena di paesaggio nilotico con pigmei e barca fallica.
Infine, una sezione dedicata a chi ha visto la fine di Pompei: alcuni calchi di persone e animali vittime dell'eruzione, per sempre fotografati nei loro ultimi istanti di vita.