Politica - 13 aprile 2022, 17:23

Regione, i sindacati ascoltati in Consiglio: "Stabilizzate i precari della Sanità".

Le richieste di Cgil, Cisl e Uil per gli oltre 5mila lavoratori che hanno lavorato in Piemonte durante l'emergenza Covid ma non hanno ancora un contratto a tempo indeterminato

Regione, i sindacati ascoltati in Consiglio: "Stabilizzate i precari della Sanità".

"Bisogna stabilizzare i precari della sanità e sensibilizzare il Governo, per evitare un ulteriore peggioramento dei servizi sanitari. Il pericolo concreto è che molti professionisti formati in questi anni in Piemonte vadano poi a lavorare in Lombardia o Val d’Aosta, regioni che stanno assumendo". Questa è, in sintesi, la richiesta formulata dalle organizzazioni sindacali, che hanno suggerito di utilizzare il cosiddetto Decreto Calabria per aumentare gli organici, nell’audizione svolta stamattina nell’Aula di Palazzo Lascaris dalla Conferenza dei capigruppo sul tema della stabilizzazione del personale sanitario.

Alla seduta, presieduta dal presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ha partecipato una delegazione sindacale Cgil, Cisl, Uil, guidata da Giorgio Airaudo (Segretario generale Cgil), Alessio Ferraris (Segretario generale Cisl Piemonte) e Giovanni Cortese (Segretario generale Uil Torino e Piemonte).

Non conviene abbassare la guardia – ha dichiarato Cortese -, l’emergenza Covid con 56 mila positivi e 700 ricoverati non è ancora conclusa, intanto in questi due anni si sono ulteriormente allungate le liste d’attesa. È necessario fare ogni sforzo possibile per stabilizzare gli oltre 5mila operatori precari del circuito della sanità”.

Secondo Ferraris, “dopo anni di drastici tagli alla rete ospedaliera è ora di migliorare i servizi territoriali, come previsto anche nella missione 6 del Pnrr. Per fare questo si richiede personale adeguato numericamente e sotto il profilo delle competenze. È necessario stabilizzare i precari e prevedere delle proroghe per chi non avesse i requisiti”.

È necessario un incremento strutturale degli organici – ha detto Airaudo - dato che il piano di rientro tra il 2010 e il 2016 ha pesantemente ridimensionato il personale. Non possiamo indebolire il servizio sanitario regionale, lasciare senza lavoro degli operatori e penalizzare ulteriormente il personale che rimane in servizio con altri aumenti dei carichi di lavoro. Indispensabile che l’Assemblea faccia tutto quello che può in sede di bilancio, altrimenti molti andranno a lavorare in altre Regioni, dopo che il Piemonte li ha formati”.

Il capogruppo Pd, Raffaele Gallo, si è detto d’accordo con le richieste dei sindacati e ha auspicato l’interesse del governo nazionale, oltre che della Regione. E ha aggiunto: "Occorre una trasformazione completa del sistema sanitario e questa deve necessariamente basarsi su investimenti sul personale medico, infermieristico, di OOSS che lavorino negli ospedali, nelle Case della salute, negli ambulatori, occorre una rete ospedaliera moderna e efficiente, occorre investire sulla sanità pubblica". Quello di Luv, Marco Grimaldi, che ha sottolineato il costo dei precari alle casse regionali, ha spiegato: "La Regione pensa di sostituire i pensionamenti stabilizzando solo un quinto dei precari: 5.500 operatori stanno per perdere il posto di lavoro o trasferirsi in altre regioni più virtuose e intelligenti. Parliamo di medici, infermieri, amministrativi, oss: ci sono più di 2.000 gettonisti, interinali, lavoratori pagati a cottimo o sottopagati nelle cooperative e più di 3.000 con contratti a tempo determinato. Che cosa accadrebbe senza di loro?". E ha poi concluso: "Quanto costano i 5.500 precari? Quanto costerebbe assumerli a tempo indeterminato? Soprattutto, quanto ci costerà vedere aumentare la mobilità passiva verso altre regioni? La Giunta deve rispondere". Il capogruppo Lega Alberto Preioni ritiene invece che i conti in ordine potranno permettere le prime assunzioni. La capogruppo M4o, Francesca Frediani, teme tagli del governo regionale e auspica maggiori tutele per i lavoratori in sanità. Quella M5s, Sarah Disabato, è preoccupata per la mancata stabilizzazione e il rischio di fuga nelle altre regioni.

Negli altri interventi, i sindacalisti si sono appellati alle intese precedenti con l’assessorato. In questa emergenza, ormai strutturale, si rischia addirittura la chiusura di alcuni servizi, hanno detto. Oggi si registra un migliaio di pensionamenti l’anno: di questo passo si rischia di aumentare la mobilità passiva. Inoltre gli attuali tetti di spesa non permettono l’assunzione dei precari, la sanità privata sta diventando sempre più sostitutiva di quella pubblica. Per questo le norme contenute nel “Decreto Calabria” potrebbero essere utilizzate per accelerare eventuali assunzioni, potendo arrivare ad un più 10% degli organici.

 

Daniele Angi

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