Attualità - 14 aprile 2022, 10:32

Nosiglia al passo d'addio: "Torino per me fondamentale. Ho cercato di essere per voi vescovo, padre e amico"

Messa di congedo per l'arcivescovo uscente di Torino e provincia: "Mi sono sempre interrogato su come aiutavo i poveri, i senza dimora e gli operai privi di lavoro. E condividerlo con voi sacerdoti. Se non sono riuscito a farlo emergere, chiedo scusa"

preti in chiesa

Ultima Messa da arcivescovo di Torino per Cesare Nosiglia

La Messa del crisma, nella chiesa del Santo Volto: è questa l'occasione di congedo per l'arcivescovo uscente di Torino, Cesare Nosiglia. "Dopo un ampio e fecondo ministero sacerdotale che il Signore mi ha donato, mi rendo sempre più conto della grazia che Lui mi ha fatto chiamandomi tra voi ad essere vescovo, padre ed amico", ha detto durante l'omelia.

E rivolgendosi ai sacerdoti della diocesi, l'arcivescovo (che rimarrà a Torino, presso la parrocchia del Pilonetto) ha aggiunto: "Ho visto con i miei occhi la vostra fiduciosa disponibilità e generosità e soprattutto la serenità, malgrado anche tante condizioni di vita difficili, di solitudine, di precaria salute a volte, di incomprensione da parte di  alcune persone. Mi ha stupito il vostro spirito di obbedienza al vescovo e di rispetto ed accoglienza con cui mi avete ascoltato". Poi Nosiglia ha sottolineato: "La tentazione individualistica si insinua sempre  nel tessuto umano, ecclesiale e pastorale e impedisce di realizzare i cinque verbi che Giovanni Paolo II ha indicato al “suo” presbiterio e che io ho fatto risuonare tra voi la prima volta che abbiamo celebrato  la messa : stare insieme, pregare insieme, decidere insieme, operare insieme e mangiare insieme".

Una chiesa in prima fila, anche nelle vertenze del lavoro

Arrivato all'età di 77 anni, Nosigila passa il testimone a don Roberto Repole. Ma anche negli ultimi mesi della sua missione, l'arcivescovo uscente si è speso in prima persona, sia nel sostegno alle nuove povertà (soprattutto nei mesi difficili della pandemia), sia nel conforto - anche materiale - per i tanti lavoratori travolti dalle vertenze aziendali. Su tutte, quella di Embraco.

Ripercorrendo gli anni passati da arcivescovo, Nosiglia spiega come si sia sempre chiesto "come predico, come faccio catechesi, come aiuto i poveri, i senza dimora e gli operai privi di lavoro, come dirigo le anime. Tutto ciò l’ho fatto per vivere e far crescere il mio sacerdozio e dunque la mia unione a Cristo e alla Chiesa. Ho cercato di condividerlo con voi e avere con voi un confronto: è stato parte del mio compito, il mio servizio. Vi chiedo scusa, se non sono riuscito a farlo emergere".

E a margine della funzione religiosa, Nosiglia ha concluso: "Torino resta per me un passaggio fondamentale della mia vita. Ci vedremo ancora e resto qui, anche se volevano a tutti i costi che andassi giù a Roma. Ma ho preferito rimanere qui".

Massimiliano Sciullo

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