"I grandi eventi? Per ora limitano i posti in albergo per le scolaresche e quindi ci sono meno gite, ma senza dubbio possono diventare un potente motore di passaparola per le delegazioni che verranno a conoscere la nostra città". Il turismo torinese pensa positivo, anche perché Pasqua e i ponti di aprile stanno lasciando un ottimo ricordo. Ma c'è ancora parecchio da fare e proprio eventi come Eurovision o Salone del Libro possono rivelarsi fondamentali non solo per attirare persone, ma anche per spedire in giro per il pianeta "cartoline" del capoluogo piemontese.
Lo dice Micol Caramello, presidente di Federagit Confesercenti. "Le gite scolastiche, per ora, si stanno muovendo soprattutto grazie a gruppi di ragazzi che arrivano da vicino. Dal resto del Piemonte, dalla Lombardia e dalla Liguria soprattutto. Vogliono vedere il museo Egizio, che magari hanno conosciuto attraverso gli strumenti digitali messi a disposizione negli anni passati, ma di persona è un'altra cosa".
[Micol Caramello, presidente di Federagit Confesercenti]
Ma per le prossime settimane c'è da fare i conti con i tanti appuntamenti che si alterneranno sotto la Mole: musicali, culturali e molto altro ancora. "Di certo questo occuperà un po' di posti per le scuole, che peraltro hanno budget limitati e quindi non potranno pagare prezzi troppo elevati, ma da metà maggio in poi potrebbero tornare i ragazzi, proprio in coincidenza con il Salone del Libro".
In ogni caso i segnali positivi non mancano: "C'è una ripresa delle gite scolastiche, anche se siamo ancora tra il 30 e il 50% rispetto al 2019. Quanto alle altre tipologie di gruppi assistiamo ad arrivi più scaglionati, magari con numeri minori in termine di partecipazione, anche per una questione di prudenza dopo ciò che abbiamo dovuto affrontare con il Covid".
E per chi, di mestiere, si fa interprete delle bellezze torinesi nei confronti di chi non le conosce, la questione si complica un po'. "Rispetto ai gruppi organizzati, le famiglie o i piccoli gruppi di amici tende a organizzare tutto sul momento, quindi anche noi guide dobbiamo adattarci, essere più flessibili perché le chiamate possono essere meno prevedibili che in passato".
La nuova incognita, dopo il Covid, è però quella della guerra: "Per ora parliamo di turismo italiano, quello straniero stenta a ripartire con convinzione, a meno che non sia di prossimità. Più difficile lavorare con gli americani, o addirittura con i russi, ma anche da Cina e Giappone in questo momento c'è molta cautela. Arrivano piccoli nuclei, a volte solo coppie o famiglie. Ci vorrà del tempo".
Ma la speranza è proprio il passaparola: "Saranno tante le delegazioni che verranno a Torino in queste settimane. Speriamo ne restino affascinate e possano raccontarla una volta tornati a casa, così da incuriosire tante altre persone a venire qui, a conoscerla".