Economia e lavoro - 16 maggio 2022, 07:00

Sanzioni alla Russia, nella UE manca il consenso su rinuncia a gas e petrolio

Il sesto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca deve ancora essere approvato, perché manca l’unanimità degli Stati membri sull’abbandono delle fonti energetiche russe

Sanzioni alla Russia, nella UE manca il consenso su rinuncia a gas e petrolio

Il sesto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca deve ancora essere approvato, perché manca l’unanimità degli Stati membri sull’abbandono delle fonti energetiche russe. La UE vorrebbe tagliare le forniture entro un anno al massimo, ma vi sono Paesi per i quali è estremamente difficile trovare un sostituto della Russia: si tratta dei tre senza sbocco sul mare, quindi senza porti, e sono Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria. Bratislava dipende dall’energia russa quasi al 100%: l’ex premier Robert Fico ha affermato di non gradire le intromissioni del presidente ucraino Zelensky, che coi suoi interventi danneggia gli interessi della Slovacchia, la cui economia verrebbe pesantemente colpita dall’interruzione delle forniture russe. Budapest, invece, importa dalla Russia più del 50%, ma il premier Viktor Orbán  ha detto che lo stop sarebbe una “bomba atomica” per l’economia magiara. Adesso anche la Bulgaria vuole che le siano concesse proroghe per il passaggio ad altri fornitori di petrolio e gas, e non voterà a favore delle sanzioni finché non otterrà delle deroghe. A far discutere è anche la misura sanzionatoria riguardante l’esclusione delle banche russe dal sistema SWIFT: a questo giro dovrebbe essere centrata la Sberbank, mentre non viene toccata Gazprombank, che è proprio la banca del colosso energetico russo che fornisce il gas all’Europa, cioè Gazprom. Come riportato dal sito Strumenti Politici, vi sono almeno venti importatori europei che hanno già aperto dei conti in rubli presso questa banca al fine di continuare ad acquistare il gas, ma non è chiaro se questo sistema violi il regime sanzionatorio. Draghi ha affermato trattarsi di una  “zona grigia”, ma ha anche preso atto che il più grande importatore tedesco di gas ha già pagato in rubli e che altri operatori hanno aperto un conto in valuta russa.

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