Emmanuel Calabrese, in arte Nuelle, nasce a Salerno nel 1999. Inizia la carriera cantautorale all’età di 16 anni per poi decidere più tardi di trasferirsi a Torino per proseguire la carriera. I testi e la musica di Nuelle nascono da un’esigenza di esternare sentimenti e sensazioni così grandi che solo con una canzone si possono lontanamente percepire, nasce per provare a liberare l'anima da sentimenti troppo pesanti per rimanere rinchiusi. La scrittura è volutamente astratta, alcune volte ermetica, per lasciare spazio all'interpretazione dell'ascoltatore in base al suo vissuto e ai suoi sentimenti. Il 15 aprile Nuelle ha pubblicato il singolo “Fortissimo” prodotto da Attilio e distribuito per ADA Music Italy.
Come si è avvicinato alla musica Nuelle e perché ha scelto questo nome?
Da quando ho ricordi sono sempre stato molto vicino alla musica, almeno come ascoltatore. Ricordo con tenerezza i miei genitori ascoltare e cantare “La cura” di Battiato, in auto, quando tornavamo dal mare. Ho sempre avuto una forte ammirazione per i cantanti e i cantautori e così quando all’età di 14 anni ho avuto un grande bisogno di esprimermi in modi alternativi alla classica parola. Sentivo la musica più adatta a me per tirare fuori quello che sentivo, quella cosa che riusciva a rendere il senso di inadeguatezza al mondo paradossalmente adeguatezza, ma la cosa più importante è che mi definiva, mi dava un’identità e un obiettivo che giustificasse il mio stare sul mondo.
Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?
Crescendo l’ispirazione è stata la mia vita stessa, ho un grande talento nell’ingigantire le cose, quelle belle ma soprattutto quelle brutte. Parlo di rancore, di ribellione e nel contempo amore per la tristezza e la malinconia. Io e il mio fidatissimo socio, nonché producer di tutti i miei brani fin ora, “Attilio”, lavoriamo per mandare un messaggio, con ogni canzone. La speranza più grande è di essere una spalla su cui cullarsi nei momenti bui o una pista da ballo su cui danzare nei momenti più felici.
Come è nata la collaborazione con il produttore Attilio?
Dopo le mie prime esperienze con la musica avevo capito che avevo bisogno di fare un upgrade, trovare un’identità e delle produzioni musicali che mi coinvolgessero così tanto da far uscire del potenziale, che forse, da solo, non sarei stato in grado di far uscire. La cosa che mi ha affascinato della musica di Attilio è che non sono solo io a raccontare ma le strumentali stesse sono già un racconto di per sé. Quindi è come se raccontassimo due storie in una o comunque una sola storia ma carica di emozioni.
Come cambia il suo racconto dell’amore da “Dimenticare un sabato” a “Fortissimo”?
Non cambia. Il racconto dell’amore tra i due brani coincide, il mio messaggio sull’amore e tutte le altre cose rimane uguale. A cambiare è semplicemente l’energia, la sensazione che vogliamo trasmettere. La musica deve essere un’altalena che oscilla tra la calma e l’euforia, tra la tristezza e la gioia, come l’umore delle persone.
La sua Torino musicale e non.
Torino è una città piena di musica, vorrei poter ascoltare più concerti che purtroppo salto spesso, perdendomi tra le mille milioni di cose da fare. La mia Torino non musicale invece è vino, movida e tante belle serate che mi concedo nel weekend. Fanno bene all’anima e quindi alla musica.
News, live in programma, appuntamenti.
Stiamo lavorando a qualcosa di grande che vedrete prima della fine dell’anno. Prima che l’ultima foglia d’autunno tocchi terra. Per quanto riguarda i live ora ci stiamo riscaldando ma tenetevi pronti per questo inverno!