Economia e lavoro - 30 giugno 2022, 07:10

Siccità, guerra e pandemia: l'agricoltura piemontese paga già un conto da oltre un miliardo di euro

All'assemblea regionale di Confagricoltura è l'incertezza a farla da padrone, Allasia: “Esistono criticità strutturali”

Siccità, guerra e pandemia: l'agricoltura piemontese alla sfida del presente e del futuro

Siccità, guerra e pandemia: l'agricoltura piemontese alla sfida del presente e del futuro

Secondo le stime degli esperti, in Piemonte i danni diretti a causa della siccità, calcolati sulla produzione agricola di base, già oggi raggiungono quota 1 miliardo 150 milioni di euro. “Esistono criticità strutturali”: è questo, in estrema sintesi, il quadro presentato da Confagricoltura Piemonte sullo stato dell'arte dell'agricoltura regionale. Tutto il settore, infatti, si trova a dover far fronte al momento di grande incertezza globale aggravato dai cambiamenti climatici, dalla pandemia e dalla guerra. 

Innovazione in agricoltura e Pnrr

E mentre si stanno facendo avanti grandi interrogativi sulla situazione alimentare e ambientale, gli agricoltori e le istituzioni devono trovare delle risposte immediate alle sfide del presente e del futuro: “Il nostro mondo - ha spiegato il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia - sta cambiando rapidamente e dobbiamo abituarci il più in fretta possibile. I vincoli europei sul green deal porteranno a una riduzione della produzione del 12-15% e ad un aumento dei prezzi del 20%, cosa che non possiamo permetterci: per questo sarà necessaria un'innovazione che preveda ricerca, genetica, digitalizzazione e robotica. Con il Pnrr arriveranno importanti risorse: 1,3 miliardi per le filiere, 1,2 miliardi per l'agrivoltaico, 330 milioni per la forestazione urbana e molte altre, toccherà a noi sfruttarle”.

Le richieste di Confagricoltura Piemonte


Confagricoltura Piemonte ha presentato anche alcune richieste: “La PAC (Politica Agricola Comune, ndr) europea – ha proseguito Allasia - prevederà 50 miliardi cofinanziati fino al 2027, con 6 miliardi in meno e più vincoli rispetto al precedente. Alcuni problemi, come quello degli invasi e della necessità acqua, erano già evidenti da anni e si sono ulteriormente aggravati, a questo si è aggiunta anche la peste suina. Le opportunità ci sono ma vanno sfruttate al meglio con la collaborazione con le istituzioni e attraverso linee di indirizzo precise perché le aziende hanno bisogno di risposte immediate: bisognerebbe abbattere la burocrazia e le tempistiche dei bandi, con una contemporanea riduzione del cuneo fiscale e del costo del lavoro. Dobbiamo portare avanti le nostre eccellenze facendo sì che abbiano anche delle marginalità”.

La posizione delle istituzioni


La ricetta della Regione Piemonte per far fronte alle problematiche è votata all'utilizzo dei fondi disponibili e in arrivo: “Per le aziende - ha commentato l'assessore all'agricoltura Marco Protopapa abbiamo a disposizione risorse importanti da chiudere in tempi stretti per far partire la programmazione. La guerra ha messo in discussione tutto perché la PAC improntata sul green deal non ha previsto l'autosussistenza: serviranno diversificazione, recupero dei terreni, un cambiamento nell'educazione, sostenibilità, nuovi metodi agricoli, biosicurezza e sostegno ai giovani”. Secondo la vice-presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale Monica Canalis, infine, occorre salvaguardare la tenuta dei mercati: “Il raggiungimento dei sacrosanti obiettivi della transizione ecologica - ha aggiunto – non devono danneggiare il comparto dell'agricoltura, così come anche quello dell'industria automobilistica”.

Marco Berton

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