Economia e lavoro - 08 luglio 2022, 10:10

"Poche ore, banche sporche", i lavoratori dell'appalto pulizie protestano davanti a Intesa Sanpaolo [VIDEO]

Presidio da parte degli addetti che si sono ritrovati tagli fino al 70% con il cambio di appalto. "C'è chi lavora solo mezz'ora al giorno. Chiediamo dignità"

protesta lavoratori pulizie

"Poche ore, banche sporche", i lavoratori dell'appalto pulizie protestano davanti a Intesa Sanpaolo

Sciopero e manifestazione davanti alla sede centrale di piazza San Carlo per i lavoratori dell'appalto di pulizia di Intesa San Paolo. "Poche ore, banche sporche" è lo slogan ritmato sotto i portici nel cuore di Torino tra bandiere e fischietti. Unito a "vogliamo le nostre ore".

Cambio d'appalto dall'1 luglio 

"Dal primo di luglio c'è stato il cambio appalto per i servizi di pulizia nelle filiali di Intesa Sanpaolo. È stato assegnato a Idealservice, ma ci sono stati tagli di ore anche al 70% - spiega Sarah Pantò di Filcams CGIL - e chi già lavorava poche ore a settimana si è ritrovato addirittura a fare solo mezz'ora, tre quarti d'ora al giorno e da 500 sono scesi a 100 euro di stipendio al mese". In teoria, i contratti prevedevano 14 ore settimanali.

Circa cento le persone coinvolte nel Torinese

Complessivamente, su circa cento filiali a Torino e provincia, sono cento le lavoratrici e i lavoratori dell'appalto delle pulizie coinvolti. "C'è chi dice che non guadagna nemmeno i soldi necessari a pagare i biglietti del bus per arrivare alle filiali".

E c'è poi una conseguenza ulteriore, che va oltre il reddito e la qualità della vita delle persone. "La cooperativa sostiene che ci sia stato un errore nella comunicazione dei metri quadri, ma intanto ci sono filiali e bancomat che restano sporchi".

Orario e stipendi dignitosi 

"È ora di dire basta a queste intese, perché il diritto alla retribuzione non si tocca - dicono i sindacati - La committenza e l'azienda non possono scaricare le loro responsabilità sui più deboli. Tutti i lavoratori e le lavoratrici hanno diritto a un orario di lavoro minimo ragionevole che garantisca un reddito dignitoso".

Massimiliano Sciullo

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