Politica - 19 luglio 2022, 12:52

Cinghiali, la chiamata alle armi di Preioni: "Vanno eradicati con il piombo"

Il capogruppo della Lega: "I cacciatori siano protagonisti: questi animali vanno eradicati, ma non con la pillola del giorno dopo o balzane idee degli animalisti"

cinghiali - foto d'archivio

Cinghiali, la chiamata alle armi di Preioni: "Vanno eradicati con il piombo"

Piombo sui cinghiali. Si arma di pragmatismo e fucile il capogruppo della Lega Alberto Preioni, che per fermare la peste suina invoca una soluzione: rendere i cacciatori protagonisti di questa "battaglia".

Che la Lega abbia a cuore il mondo agricolo e quello venatorio è cosa nota. Ecco perché la presenza sempre più diffusa dei cinghiali in Piemonte rappresenta per il Carroccio un vero e proprio problema, tanto economico quanto legato alla sicurezza dei cittadini, alla luce dei recenti fatti di cronaca con incidenti mortali sempre più frequenti.

Di certo, l'approccio del capogruppo della Lega alla questione è piuttosto diretto: "I cinghiali vanno eradicati, non con la pillola del giorno dopo o balzane idee degli animalisti. Vanno eradicati con il piombo, i cacciatori devono essere protagonisti". Una posizione che non lascia spazio ad ambiguità. Per la Lega, la caccia è la soluzione al problema.

"L'esercito non basterebbe e oltretutto i nostri militari ha compiti diversi. Una piccola parte di cacciatori ha sbagliato in passato, ma ora i protagonisti devono essere loro" ha affermato Preioni. Il capogruppo della Lega ha poi invocato una maggior autonomia regionale, al fine di non lasciare che le strategie per il contenimento della peste suina vengano decise da Roma: "Serve autonomia regionale, non può essere un professorone da Roma a calare delle scelte. I danni economici sono importanti, c'è un settore da tutelare".

Un intervento, quello di Preioni, che è un elogio al pragmatismo: "E' quello dei contadini, quello che ha reso grande il Piemonte".

"La Giunta regionale ha parlato fino ad ora di ciò che è stato mentre bisogna guardare avanti" ha affermato Domenico Ravetti (Pd), prendendo le distanze da ogni giudizio negativo nei confronti delle associazioni ambientaliste. 

“L’unica strada è quella dell’abbattimento – secondo Paolo Bongioanni (Fdi) - non c’è alternativa. Bisogna guardare anche alla legislazione, che talvolta ha bisogno di un tagliando". 

Per Silvio Magliano (Moderati) invece “il fenomeno della proliferazione dei cinghiali costituiva un problema anche prima di questa infezione. Dobbiamo contemperare l’esigenza di sicurezza sanitaria degli allevamenti e il sostegno concreto con gli indennizzi”.

“In Toscana gli abbattimenti dei cinghiali sono attuati in misura più equilibrata, stabile e monitorata rispetto al Piemonte – ha affermato Monica Canalis (Pd) -. In questi primi tre anni di attività della Giunta, abbiamo invece assistito ad uno scaricabarile verso il Governo nazionale, mentre altre regioni hanno lavorato meglio di noi utilizzando le loro prerogative”.

Matteo Gagliasso (Lega) ha proposto che “in terza Commissione, ogni 30 giorni, si forniscano gli aggiornamenti della situazione da parte del Commissario e degli assessori". 

“Ricordiamo che si tratta di un virus che si diffonde per colpa delle attività umane – ha detto Giorgio Bertola (M5s) -. L’Efsa (Agenzia europea sulla sicurezza alimentare) sostiene che con la caccia e la cattura si potrebbe favorire il rischio di diffusione della Psa. Siamo ostaggio della minoranza della lobby venatoria”.

Sean Sacco (M5s) ha sottolineato la necessità “di mettere nelle condizioni le Province di assumere guardie venatorie, necessarie per svolgere i censimenti e gli abbattimenti. Una situazione costosa a causa dei risarcimenti verso le aziende danneggiate ma anche per il mancato valore aggiunto delle attività danneggiate”.

Per Paolo Ruzzola (Fi) “ci troviamo di fronte ad un problema estremamente complesso non risolvibile con semplici soluzioni. Ci vuole un insieme d’interventi: la peste suina è solo una parte del problema. Il blocco dell’esportazione dei prodotti suinicoli causerebbe danni gravissimi". 

Andrea Parisotto

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