25 settembre. Mancano poco più di due mesi alle elezioni e nei partiti, a livello nazionale così come locale, sono iniziate le fibrillazioni per chi si candiderà. Oppure tenterà di tenersi lo scranno a Roma. Uno scenario ulteriormente complicato dal taglio ai Parlamentari, che riduce il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200.
In pole Laus e Lepri
Se per il M5S ridimensionato, la riduzione dei rappresentanti a Roma rappresenta un problema relativo, lo è di più per il Partito Democratico. Che da sempre, sussurrano i rumors, ha più "teste che posti". Tra i dem il borsino vede in testa per la ricandidatura il Senatore Mauro Laus e il Deputato Stefano Lepri, forte anche dei consensi rispettivamente nel mondo cooperativo e cattodem. Rimanendo nell'ambito torinese, hanno possibilità di ricandidarsi anche i parlamentari Davide Gariglio, Andrea Giorgis e Francesca Bonomo.
Deroga per Rossomando
La vicepresidente del Senato Anna Rossomando dovrà invece chiedere la deroga al Nazareno, dato che si tratterebbe della quarta candidatura e il Partito Democratico ha fissato il tetto massimo a tre. Una via libera che potrebbe arrivare grazie agli ottimi rapporti con il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Gribaudo e Borghi
Allargando lo sguardo al Piemonte 2, cioè i territori che rimangono al di fuori della Città Metropolitana, cerca la riconferma la deputata Chiara Gribaudo. Il collega cuneese Mino Taricco invece ha già fatto saper di non volersi ricandidare. E punta a ritornare alla Camera anche l'ex presidente dell'Uncem, originario del Verbano, Enrico Borghi.
Furia e Ravetti
E per chi lascia il posto, ci sono già persone pronte a mettersi alla prova. È il caso del Segretario Regionale del Pd Paolo Furia. Forte dell'esperienza maturata alla guida dei Dem, da Biella vorrebbe trasferirsi a Roma. E dalla provincia arriva anche Domenico Ravetti, rappresentante dell'alessandrino in Consiglio Regionale.
Fassino
Sul capoluogo aleggia anche lo spirito dell'ex sindaco Piero Fassino. Candidatosi nel 2018 in Emilia Romagna, dicono che ora ambisca ad entrare nel Parlamento in rappresentanza del suo Piemonte.
E dal Pd arriva un'attacco al Presidente Alberto Cirio, che sinora non ha voluto commentare le dimissioni del presidente Mario Draghi. "Il centrodestra che governa il Piemonte -pungola il Vicepresidente Daniele Valle - cosa ha da dire alle rappresentanze di comuni, economiche e sociali, del terzo settore che chiedevano a gran voce stabilità e riforme? Il solitamente loquace presidente Cirio ha brindato a Coca cola, come il suo azionista di maggioranza?Ne renderanno conto agli italiani".