Domenico De Gaetano sarà di nuovo direttore del Museo del Cinema per i prossimi due anni. Incarico che il Comitato di gestione e il presidente Ezio Ghigo hanno voluto confermargli addirittura in anticipo (la scadenza dei termini era prevista a ottobre 2022, ndr).
"Da un lato sono contento che abbiano trovato il lavoro di questi due anni soddisfacenti - commenta De Gaetano -. Mi dà un enorme spinta sulla strada che abbiamo trattato, mantenendo le linee guida dell'innovazione, dei giovani e dell'internazionalizzazione".
Centrale per il futuro e i prossimi anni, sarà il restyling del Museo, sia dal punto di vista strutturale e impiantistico sia da quello dei contenuti. "Abbiamo già fatto qualcosa, come il piano Zero all'ingresso, ma dobbiamo andare avanti. I musei devono muoversi, adattarsi alle esigenze del momento".
Tra i progetti più ambiziosi anche quello di una sala dedicata al Metaverso. "Vorremmo riuscire già per il prossimo anno a realizzare un'area dedicata a questo ambito, magari vicino alla sala del vero e falso. Questo da un lato per un’implementazione tecnologica, dall'altro per attrarre un pubblico più ampio, specialmente i giovani".
Il cinema sta comunque vivendo un momento difficile dopo la pandemia e la ripresa sembra davvero difficile. "Stiamo vivendo un momento di grande trasformazione di tutta la filiera, dalla produzione, fino all'uscita in sala. Le trasformazioni da sempre iniziano con una crisi, ma poi c’è una ripresa. La sala resta il luogo migliore per poter vedere un film e penso non morirà mai, bisogna solo capire quando ci sarà una ripresa effettiva. Le persone hanno voglia di andare al cinema, ma serve creare un prodotto interessante".
De Gaetano è da poco stato al Festival La Valigia dell'Attore in Sardegna. "Il pubblico reagisce benissimo, ma l’autunno per il rientro in sala sarà fondamentale".
Quest'anno per il Torino Film Festival sarà un'edizione particolare, quella dei 40 anni. "Ci saranno molte novità - anticipa De Gaetano -. Vorremmo creare una sorta di Casa Festival, un lounge in cui al di là delle conferenze, degli incontri, le persone possano stare insieme e parlare di cinemai. Un'area di aggregazione che potrebbe essere alla Cavallerizza. E poi c'è l'aspetto della comunicazione: vorremmo in accordo con la città di Torino realizzare un 'look of the city', un po' come è stato per le ATP. Fare in modo da avere in tutti gli angoli della città immagini guida dedicate al Festival. Questo potrebbe dare una spinta alla kermesse, ma anche alla voglia di tornare al cinema".
Torino è da sempre stata una città del cinema, ma per il futuro? "Credo che il lavoro della film Commission sia stato importante. La parte di produzione funziona, quella su cui occorre lavorare è quella delle sale cinematografiche".