Mentre si appresta a lasciare Downing Street, Boris Johnson trova il tempo di arringare i combattenti ucraini che vengono addestrati in Inghilterra e persino di provare le armi con loro.
Nello Yorkshire settentrionale sono attualmente ospitati e istruiti 400 uomini di Kiev, ma se ne attende l’arrivo di altri 10mila nei prossimi quattro mesi.
Molto di costoro non hanno esperienza militare, e con alta probabilità moriranno al fronte, come ammesso dal ministro della Difesa britannico Ben Wallace. Il Regno Unito ha speso qualcosa come 2,3 miliardi di sterline per sostenere le Forze armate ucraine e continueranno in questo impegno, anche se il presidente ucraino Zelensky adesso teme che, andando via Johnson, il prossimo premier britannico potrebbe non essere così ben disposto.
Come riportato dal sito Strumenti Politici, per “Boris il biondo” si prepara forse il posto da segretario generale della NATO a Bruxelles. Ha l’appoggio del partito di maggioranza, i Tories, e forse anche degli Stati Uniti, oltre che dei Paesi Baltici e dei nuovi Stati membri Finlandia e Svezia. Ha naturalmente anche le simpatie dei politici ucraini, per quanto possano contare, visto che l’Ucraina non fa parte della NATO; a Kiev comunque è molto amato e il deputato Oleksii Goncharenko del partito “Solidarietà Europea” dice che è la persona giusta per l’incarico, perché conosce bene le “sfide” che l’Occidente deve affrontare.
La Francia però potrebbe opporre il veto e altre insidie potrebbe arrivare da qui a settembre 2023, quando Jens Stoltenberg lascerà l’incarico.
E anche a Londra qualcuno si dice contrario: è un ex generale, oggi alla Camera dei Lord, il barone Dannat, secondo cui il modo di fare e il carattere di Johnson rappresentano un imbarazzo nazionale, che coprirebbe tutti di ridicolo se diventasse segretario dell’Alleanza Atlantica.