Attualità - 08 ottobre 2022, 18:32

Il design come "megafono" per raccontare il bene che fanno le aziende: Torino ha due giorni per risolvere il rebus

Il 27 e 28 ottobre il Circolo del design ospita con "Next now" imprese e professionisti per capire come le competenze della progettazione possono raccontare l'impatto sociale

Il design come "megafono" per raccontare il bene che fanno le aziende: Torino ha due giorni per risolvere il rebus

Puntare alla sostenibilità e all'impatto sociale è ormai una coscienza piuttosto diffusa, anche tra le imprese. Ma spesso l'anello mancante riguarda la capacità di dare visibilità alle azioni che vengono messe in campo. Sia per farle sapere al pubblico, sia per poter misurare come si "incastrano" con il mercato e con il business.

Il design come alleato nelle sfide green e sociali 

Per colmare quest'ultimo passaggio si fa avanti il design, inteso non solo come stile, ma come capacità di progettare e di sfruttare un linguaggio efficace. "Mettiamo insieme progetti per creare un impatto positivo - spiega Sara Fortunati, direttrice del Circolo del Design - e quella con da Camera di Commercio è una collaborazione che va avanti da tempo. Vogliamo intercettare i bisogni delle piccole imprese del territorio e metterli in contatto con le competenze del design. Ma è solo il punto di partenza di ciò che vogliamo fare". "Sul nostro territorio - aggiunge - sono nate competenze di valore nazionale sull'impatto sociale e le aziende giocano un ruolo fondamentale nelle sfide sociali e ambientali. Vogliamo capire come il design possa essere un alleato strategico in queste sfide".

Due giorni di confronto (ed esempi)

Ruoteranno intorno a questo concetto i due giorni di convengo intitolati "Next now", che punta proprio a spiegare il ruolo del design "per l'innovazione sociale nella cultura d'impresa". La cornice - il 27 e 28 ottobre - sarà la sede del Circolo (via San Francesco da Paola 17) e tra gli interventi  sono previste aziende che su questo percorso si sono già incamminate. Da Reynaldi a Ca' Mariuccia, da Ferrero legno a Exar solutions e altre ancora in arrivo da Abruzzo, Marche e Friuli Venezia Giulia. Cibo, arredo, agricoltura, impianti: un panorama a 360 gradi. A dare il proprio contributo anche il Politecnico di Torino e i "cugini" di Milano.

Cinque percorsi da seguire

Cinque i temi di fondo: capacità,  ambiente, diversità, lavoratori e prossimità. E a fare da tessuto connettivo ci sarà anche Torino social impact, a partire dal suo portavoce, Mario Calderini. 

"Serve un cambio radicale dell'azienda, su ciò che si produce e come. Non basta piantare alberi - dice Valentina Auricchio, ricercatrice del Polimi Desis lab del Politecnico di Milano -. E il design in questo può aiutare a progettare strategie future,  aprendo alla partecipazione dei dipendenti, l'inclusione e non solo. Il tutto misurando l'impatto sociale e comunicandolo, per creare un concreto vantaggio competitivo. E anche in questo il design può aiutare".

"Interagire con il territorio vuol dire creare valore aggiunto per tutti - conclude Marella Caramazza, direttrice strategica del Centro di misurazione dell'impatto di Torino Social impact - per questo vogliamo creare un portale in cui registrare tutti i casi dell'impatto sociale che si realizzano, col design e non solo. Ma vogliamo anche compilare un roster dei professionisti che sono in grado di mettere queste competenze a disposizione. È un processo di apprendimento collettivo".

Massimiliano Sciullo

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