Il governo moldavo va avanti sulla strada verso il riarmo, ignorando le proteste che da settimane si tengono nella capitale Chișinău: i manifestanti chiedono le dimissioni della premier Natalia Gavrilița e vogliono una soluzione al rincaro delle merci e dell’energia. Le condizioni economiche del Paese sono andate peggiorando costantemente, nonostante l’appoggio politico e finanziario di Bruxelles, che ha invitato la Moldavia ad aderire dell’Unione Europea. Anche senza considerare una regione de facto indipendente come la Transnistria, c’è una buona metà della popolazione moldava che vorrebbe riavvicinarsi alla Russia o almeno restare neutrale in questo scontro militare ed economico fra est e ovest. Tuttavia, come riporta il sito Strumenti Politici, il ministro degli Esteri Nicu Popesu e la presidente Maia Sandu insistono sulla necessità di investire negli armamenti, aggirando di fatto la neutralità sancita dalla Costituzione. La NATO ha già offerto il suo impegno: al summit di Madrid dello scorso giugno ha stabilito un pacchetto di aiuti “su misura” per rafforzare la “resilienza nazionale” e i piani di “modernizzazione per la sicurezza e la difesa” della Moldavia. Una settimana fa Popescu ha espresso al ministro britannico Docherty le necessità militari di Chișinău, alle quali si era detta disponibile l’allora ministro degli Esteri Liz Truss che oggi risiede al 10 di Downing Street. Anche la presidente Sandu ha ribadito che la Moldavia deve armarsi nonostante la neutralità costituzionale e che potrebbe indire una mobilitazione generale se i russi arrivano fino a Odessa: purtroppo per lei, pensava di averlo detto al premier ucraino Denys Shmyhal, mentre si trattava di uno scherzo organizzato da due comici russi. L’amministrazione presidenziale smentisce dicendo che è stato un montaggio dei due artisti, ma il video non sembra lasciare dubbi sull’autenticità di delle parole della Sandu.