Scuola e formazione - 14 ottobre 2022, 06:58

Ucraina, Afghanistan, Burundi: il Politecnico accoglie e include gli studenti da zone di guerra e non solo [FOTO]

L'impegno dell'ateneo torinese ha permesso a ragazzi e ragazze da tutto il mondo di mettersi in salvo e iscriversi ai corsi di laurea: “Rispondiamo alle crisi globali con l'accoglienza”

Al Politecnico gli studenti portano con sé un bagaglio che proviene da tutto il mondo

Al Politecnico gli studenti portano con sé un bagaglio che proviene da tutto il mondo

Rispondiamo alle crisi globali con l'accoglienza”: è questo il monito del Politecnico di Torino, che per l'anno accademico appena iniziato ha scelto di accogliere e includere diversi studenti provenienti da zone di guerra o con situazioni critiche di povertà e discriminazione. I diretti interessati, oltre a “mettersi in salvo”, in questo modo hanno potuto iscriversi ai corsi di laurea.

Accoglienza e inclusione tra gli obiettivi strategici del Poli

In questa direzione, l'ateneo ha inserito tra i propri obiettivi strategici quello di creare le condizioni di inclusione, equità e accoglienza affinché studenti stranieri o persone di talento migranti e richiedenti asilo di possano accedere allo studio politecnico. In più, nel 2019 c'è stata l'adesione al Manifesto dell'Università Inclusiva dell'Agenzia ONU per i rifugiati e nel 2022 ha preso vita il progetto PIU-AEI Piemonte Università Accoglienti Eque Inclusive: “La crescente emergenza mondiale - ha sottolineato la prorettrice Laura Montanaro – coinvolge donne e uomini che necessitano di protezione: la nostra grande comunità ha condiviso da subito questo impulso, con una disponibilità che si è espressa ai di là dei compiti istituzionali”.

Il contributo di tutta l'università

Questo importante risultato è stato ottenuto grazie al c
ontributo di tutte le componenti universitarie: “Abbiamo rafforzato - ha spiegato la vice rettrice per la qualità, il welfare e le pari opportunità Claudia De Giorgi – il ruolo degli studenti borsisti, ribattezzati 'buddies', per accompagnare l'inserimento delle persone arrivate da noi nella comunità cittadini e in quella universitaria. A loro si aggiunge la 'rete di antenne di dipartimento', composta da docenti e tecnici amministrativi in grado di ricevere segnalazioni, risolvere eventuali problemi e fare da facilitatori. In collaborazione con Unito, inoltre, abbiamo creato uno spazio di ascolto multidisciplinare in comune”.

Le testimonianze degli studenti accolti

Tra gli studenti accolti ci sono Daria Goptsii dall'Ucraina
, a cui è stata assegnata una borsa di studio per 6 mesi per l'iscrizione al corso di Computer Engineering, Yves Umuhotza dal Burundi, iscritto ad Ingegneria Energetica e Nucleare, e Taiebeh Alemi dall'Afghanistan, futura architetta: “Il Politecnico - ha dichiarato la prima – non ci supporta solo economicamente ma anche psicologicamente, dandoci la possibilità di vivere una vita normale ed essere studenti mettendo le basi per il nostro futuro in sicurezza e nell'indipendenza. Chi aiuta uno studente a rinascere aiuta anche il futuro della sua nazione”.

Marco Berton

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