Economia e lavoro - 25 ottobre 2022, 12:14

Torino, la bolletta spegne il commercio: 5.000 attività rischiano di chiudere. Nei guai 15mila posti di lavoro

Coppa (Ascom): "Il prezzo del gas sta scendendo, il Governo combatta le speculazioni. Turismo ed enogastronomia stanno lavorando bene, ma i costi sono pesantissimi"

Torino, la bolletta spegne il commercio: 5.000 attività rischiano di chiudere. Nei guai 15mila posti di lavoro

"Il lavoro c'è, grazie soprattutto al turismo, ma i costi incidono, moltissimo. È un paradosso". Così Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino, sintetizza lo stato di salute del commercio cittadino, arrivando ormai in vista del finale di anno. Un anno tra i più convulsi degli ultimi anni.

La fiducia sembra tenere a livello generale, ma nel terzo trimestre i commercianti torinesi sono molto più pessimisti per quanto riguarda la propria attività. "La cornice è di crisi, senza dubbio. La desertificazione commerciale è visibile - prosegue -, e questo trimestre corrisponde con le prime bollette tre o quattro volte superiori a quello che pagavano normalmente. Questo incide sulla spesa corrente, ma anche nei rapporti con le banche cui potrebbero chiedere credito".

Una bolletta che fa male 

Dati alla mano, l'87,5% prevede costi in bolletta in aumento, ma addirittura il 74,4% teme di trovarsi in difficoltà, anche seria. Con un fetta che aumenta più l'azienda è piccola. Per ora l'occupazione tiene, ma se la crisi delle bollette pazze dovesse proseguire, sono a rischio quasi 5000 aziende, per un patrimonio di 15mila posti di lavoro. E per ora, il 65% non è soddisfatto delle misure prospettate per limitare i costi. Dall'idea di spegnere le insegne e gli apparecchi superflui alla regolazione dei riscaldamenti.

Un negozio su tre aumenta i prezzi

Tra le scelte che intanto i negozi pensano di mettere in campo ci sono gli aumenti dei prezzi al consumatore (oltre il 35%), mentre oltre il 9% pensa di chiudere alcuni locali non necessari (piani di alberghi o stanze dei negozi). C'è poi un 8% che pensa di ridurre prodotti e servizi, un 7,6 che pensa di ridurre l'orario di lavoro e un 3,7 che pensa di ridurre i giorni settimanali di attività. 

E tra coloro che pensava di fare investimenti, un terzo dovrà rinunciare

Per ora non si registrano ancora chiusure (il rischio è di trovarle nero su bianco con l'inizio del 2023), "ma di certo non c'è  turnover, non ci sono nuove imprese che aprono", aggiunge Carlo Alberto Carpignano, direttore di Ascom Torino.

"Vigilare sulla speculazione"

Crisi, inflazione, costi, guerra. Le preoccupazioni non mancano, "ma turismo ed enogastronomia soprattutto stanno lavorando. E in prospettiva ci aspettiamo che i prezzi del gas scesi in maniera consistente si mostrino immediatamente nelle bollette. Altrimenti è speculazione. Il Governo deve vigilare, così come l'Europa", conclude Coppa. 

La speranza si trova sotto l'albero 

Ma uno spiraglio di ottimismo riguarda il mese di dicembre e le spese di Natale. I commercianti torinesi infatti vedono crescere sia ricavi che fiducia. "Le imprese non possono non avere fiducia e molto dipenderà dal panorama nazionale e internazionale - conclude Coppa -. Allo stato attuale, con un giro d'affari che comunque continua a esserci, ci avviciniamo alle Feste senza preoccupazioni enormi. Non sarà un Natale sfavillante, visto che le famiglie avranno costi da affrontare. Ma il Natale è sempre il Natale".

Massimiliano Sciullo

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