Cultura e spettacoli - 29 ottobre 2022, 13:42

Al Marchesa arrivano le Maschere Balinesi, Duccio Bellugi Vannuccini: "Per il Théâtre du Soleil sono il mezzo pedagogico d’eccellenza"

Il laboratorio del progetto Bio-grafia diventa un doppio spettacolo aperto al pubblico stasera e domani. " Condividiamo le fasi intermedie di questo percorso, quando ancora nulla è definito, ma tutto è in continua evoluzione"

Foto di Gaetano Toldonato

Foto di Gaetano Toldonato

"La Maschera per noi del Théâtre du Soleil è il mezzo pedagogico d’eccellenza". Parola di Duccio Bellugi Vannuccini. Stiamo parlando dell'attore e scenografo che sta portando un po' di Parigi a Torino grazie alla conduzione del laboratorio teatrale con le maschere balinesi, evento che fa parte del secondo blocco del progetto "Bio-Grafia. Una comunità e il suo teatro", vincitore del bando "Attività di spettacolo dal vivo nelle periferie" della Città di Torino.

Lo sfondo è il Teatro Marchesa, in corso Vercelli 141, nel cuore di Barriera di Milano. Il laboratorio è in corso dallo scorso 25 ottobre per dieci giorni, ma oggi e domani si terranno due sessioni di prove aperte al pubblico. Il titolo è "Le maschere raccontano", l'appuntamento è per oggi 29 ottobre alle 21 e per domani 30 ottobre alle 17. Si tratta di un momento per condividere anche le fasi intermedie di questo percorso, "quando ancora nulla è definito, ma tutto è in continua evoluzione e co-progettazione". L'obiettivo? Dare modo a tutti i cittadini di vedere e capire da dove nasce uno spettacolo di biografia teatrale, frutto di un percorso di ricerca e sperimentazione collettiva. L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria: infochoroscomunita@gmail.com, 345 1445550

"A differenza del lavoro che si fa con le maschere della commedia dell’arte, che rappresentano uno status sociale ben definito, come Pantalone è il padrone e Arlecchino il servo", spiega Duccio Bellugi Vannuccini, "con le maschere balinesi - che sono essenzialmente 'comiche' e delineano un carattere preciso - c’è molta più libertà. E questa libertà ci aiuta a trovare dei personaggi che sono a noi più familiari, che sono più vicini. Questa metodologia serve ad aiutare la trasformazione dei partecipanti e delle loro storie personali, le loro biografie, che vengono rielaborate attraverso le maschere e trasformate in una drammaturgia che vedremo nello spettacolo finale di dicembre. Con la maschera quindi andiamo a cercare un altro personaggio, ed essa ci permette di trovare anche uno sguardo più ironico sul nostro vissuto. Le maschere sono lo strumento per scoprire il proprio personaggio ma anche per scoprire l’altro e credo che nel teatro, come nella vita, l’altro sia assolutamente fondamentale".

Info: www.choroscomunita.com

Daniele Angi

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