Politica - 02 novembre 2022, 11:22

'Ndrangheta, stop alla scorta di Masciari: "Non ho scelto, subisco la revoca: dopo 25 anni ritorsione dello Stato" [FOTO e VIDEO]

L'imprenditore edile è intervenuto in commissione Legalità: per 25 anni ha vissuto sotto protezione per aver denunciato tentativi di estorsione

Pino Masciari

Pino Masciari

"Prendo atto e subisco, dopo 25 anni di lotta e denunce, la volontà di revocare la scorta a me e alla mia famiglia". È lo sfogo dell'imprenditore Pino Masciari intervenuto questa mattina nella commissione Legalità del Comune di Torino, che da un quarto di secolo si trova sotto protezione insieme alla moglie e ai due figli per aver denunciato i tentativi di estorsione dell' 'ndrangheta nei confronti della sua azienda edile. Testimone di giustizia, con le sue dichiarazioni Masciari ha contribuito alla condanna di numerosi capi di 'ndrine calabresi. 

"Ritorsione dello Stato per la denuncia" 

Lo scorso 15 ottobre l'uomo ha ricevuto, a firma del Prefetto di Torino Raffaele Ruberto, la notifica di revoca della scorta. Un atto che per l'imprenditore e per il suo avvocato Roberto Catani ha il "sapore di ritorsione". Nel 2015 il Viminale ha revocato per la prima volta la scorta, per poi annullare il provvedimento. Da quell'anno Masciari e il suo legale mandano pec e richieste di informazioni, "ma non abbiamo mai ricevuto risposte. Abbiamo quindi deciso di presentare denuncia alla Procura di Torino l'8 agosto: per questo ritengo che la revoca, anche se spero di sbagliarmi, sia una ritorsione". 

"Pensavo che solo i mafiosi facessero le ritorsioni" 

"Io pensavo che le ritorsioni - ha aggiunto - le facessero solo i mafiosi, invece ora è lo Stato che dopo 25 anni ci toglie la scorta. I testimoni di giustizia sono un valore aggiunto di questo paese, dovremmo averne tanti e siamo tutti testimoni di giustizia".

Colpa del governo Draghi 

Ma l'imprenditore tiene subito a chiarire che non si tratta di una questione politica, legata all'insediamento del nuovo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Semmai - spiega - è il governo uscente che avrebbe dovuto fornire spiegazioni. Non posso più stare nell'incertezza che la mia vita, e quella della mia famiglia, possano essere interrotte da un giorno all'altro: non è accettabile e a nessuno può essere chiesto di vivere in sospensione il proprio futuro e aspettative". 

"La 'ndrangheta non dimentica" 

"Lotto contro un muro di gomma e vivo da esiliato: non mi relaziono con la società civile per evitare pericoli a me e ai miei figli non posso essere considerato un peso, non è minimamente tollerabile". Masciari si dice stanco di lottare e "sto meditando di rientrare in Calabria". "La 'ndrangheta non dimentica: qualora ci succedesse qualcosa, riterrò gli organi competenti responsabili. Non sarebbe accettabile all'indomani dire che non si è valutato il rischio, che è noto: le sentenze dello Stato rimangono inapplicate, quelle della criminalità organizzata trovano sempre compimento", ha concluso. 

Interrogazione al Ministero dell'Interno

Negli scorsi giorni era stato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi a sollevare il caso della revoca, presentando un'interrogazione al Ministero dell'Interno. Oggi il consigliere regionale del Pd Diego Sarno, chiedendo di "non ignorare il grido di aiuto di chi ha dato la vita contro la lotta alle mafie", annuncia di voler accompagnare Masciari, qualora "dovesse ritornare in Calabria, come scorta civile non violenta.

Cinzia Gatti

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