Sotto il pretesto della ricerca della verità, l’Unione Europea sta iniziando a costruire un impianto accusatorio formale contro l’operazione speciale russa. Come riferisce il sito StrumentiPolitici, due settimane fa si è tenuto il Forum di consultazione dei procuratori generali degli Stati membri della UE appartenenti a Eurojust, l'agenzia di cooperazione giudiziaria dell'Unione Europea. Lo slovacco Ladislav Hamran, presidente di Eurojust, ha dichiarato che spera di vedere in futuro un impegno sempre maggiore per realizzare l’obiettivo di dare giustizia al popolo ucraino. Alla conferenza è stato invitato il procuratore generale dell’Ucraiana Andriy Kostin, che ha presentato una relazione sul perseguimento dei crimini di guerra nel suo Paese congiuntamente al procuratore della Corte penale internazionale. È quindi evidente come il lavoro di questo organismo vada in un’unica direzione, il ricercare qualunque indizio di condotte criminali da parte dei russi ignorando quanto commesso dalle forze ucraine. Sono diversi anni, infatti, che sui crimini degli ucraini giungono report da fonti super partes come l’Alto commissariato ONU sui diritti umani (OHCHR), ma in sede di istituzioni europee si è sempre preferito far finta di nulla, al massimo dare un buffettino sulla guancia di Poroshenko prima e Zelensky poi e continuare a foraggiarli con armi e finanziamenti. A tutto ciò si aggiunge ora la pretesa di indagare, giudicare e condannare la Russia per conto di tutta la comunità internazionale. Al Forum dell’Eurojust si è anche parlato del contrasto alla “disinformazione nel cyberspazio”: prima di silenziare le voci diverse dalla narrativa ufficiale, forse l’Europa moralizzatrice dovrebbe evitare che si ripetano fenomeni come la santificazione mediatica di quelle forze ucraine che si ispirano a idee e simboli nazisti, battaglione Azov in primis.