Il parco del Meisino è, senza ombra di dubbio, uno dei luoghi più amati dai torinesi per trascorrere qualche ora della giornata immersi nella natura a pochi metri dal caos della metropoli. Per rivalutare la sua vocazione sportiva, la Città di Torino ha intenzione di portare a termine un progetto da 11,5 milioni di euro con l'obiettivo di minimizzare l'impatto sull'ambiente.
Un progetto basato sulla “reversibilità”
L'area al centro dei pensieri del Comune è quella dell'ex Galoppatoio Militare, attualmente in stato di abbandono, da recuperare attraverso un restauro conservativo preservando al massimo la vegetazione circostante e la zona umida della sponda del Po. Intorno all'edificio sorgeranno diverse strutture, tutte realizzate secondo il criterio della “reversibilità”: senza costruzioni fisse, smontabili e appoggiate sul terreno.
Tra queste, oltre al campo da cricket già attivo sul prato verso corso don Sturzo, un'area fitness inclusiva, un bike skills park, 3 aree giochi inclusive, una palestra di roccia e addirittura un tappeto-pista per lo sci nordico. A quanto già elencato si aggiungeranno percorsi di educazione ambientale e passerelle, tra cui una lunga 100 metri per collegare la parte ovest con quella est del parco, mentre i percorsi interni verranno rivisti in un ottica di collegamento con i sentieri collinari e con la pista ciclabile “Vento” Torino-Venezia.
Le posizioni della Giunta
A illustrare la ratio della progettazione è l'assessore al verde Francesco Tresso: “Abbiamo partecipato - spiega – a un bando del Ministero dello Sport per valorizzare aree con pregressa vocazione sportiva, scegliendo di enfatizzare l'aspetto del movimento e del benessere principalmente come fruizione nel verde. Crediamo, in questo modo, di valorizzare un'area ad alto contenuto ambientale con la possibilità di ripristinarne la naturalità originale; la localizzazione degli interventi, inoltre, non riguarderà le zone vulnerabili, così come quelle nei pressi del ponte-diga già interessate da attività antropiche”.
Sulla stessa lunghezza d'onda è anche il pari grado allo sport Domenico Carretta: “Con questi fondi - commenta – recupereremo un manufatto come l'ex Galoppatoio attraverso un'ottica outdoor particolarmente in voga a livello europeo. Qui non ci sono cementificatori ma progettualità, siamo disponibili ad accogliere proposte ma lontani dai no a prescindere”.
Il comitato “Salviamo il Meisino”
Ma c'è chi dice no, o quanto meno ha intenzione di approfondire ulteriormente. Nel frattempo, infatti, è nato il comitato “Salviamo il Meisino”, che sulla propria pagina Facebook lancia l'allarme e lancia una petizione online: “La dimensione dell'investimento – si legge - non è compatibile con il luogo per motivi ambientali e logistici”.