Economia e lavoro - 28 dicembre 2022, 13:15

Vini rossi piemontesi: un patrimonio apprezzato in tutto il mondo

Non è una sorpresa che i vini provenienti dal Piemonte siano alquanto rinomati sia in Italia che all’estero

Vini rossi piemontesi: un patrimonio apprezzato in tutto il mondo

Non è una sorpresa che i vini provenienti dal Piemonte siano alquanto rinomati sia in Italia che all’estero: la regione, infatti, è famosa per essere produttrice di alcuni dei vini rossi da invecchiamento più pregiati al mondo.

Tra di essi, si annoverano uve e vitigni come il Nebbiolo, il Barbaresco, il Barbera, il Dolcetto d’Alba, il Moscato, l’Alta Langa DOCG, e molti, molti altri.

Il Barolo: un vino dalla storia millenaria

Ma il vino forse più rappresentativo della tradizione enologica piemontese è probabilmente il Barolo, un vino rosso DOCG prodotto interamente con vitigni di Nebbiolo.

La storia del Barolo ha inizio quasi 2500 anni fa, quando l’antica popolazione dei Liguri Stazielli cominciò a costruire i primi rudimentali impianti a vigneto per la coltivazione delle vite.

Nei secoli seguenti, le popolazioni che si susseguirono sul suolo dell’attuale Piemonte – primi fra tutti i Galli – divennero grandi estimatrici di questi vini, come pure lo divennero i Romani quando, sotto il dominio di Giulio Cesare, si espansero fino alle Langhe, uno degli attuali territori di produzione del Barolo.

Il Barolo raggiunse successo internazionale quando, nel 1751, un gruppo di diplomatici piemontesi spedì a Londra una partita di “Barol”. Pare che essa riscosse tanto successo da spingere Thomas Jefferson a dedicargli alcune pagine dei suoi diari, in cui il vino piemontese viene paragonato ad altri già ben noti come il Bordeaux e lo Champagne.

Tempi recenti e la consacrazione definitiva

A partire dal diciannovesimo secolo, il Barolo poté entrare a far parte dei più pregiati vini italiani anche grazie al decisivo intervento di Camillo Benso Conte di Cavour, che ne avviò la produzione nei propri vigneti e incominciò ad adoperarlo come vino da tavola negli incontri istituzionali.

Perché il Barolo ottenga la Denominazione di Origine Controllata bisognerà però attendere il 1966, e poi ancora il 1980 per la sua versione più rigida e regolamentata, ovverosia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Tale regolamento stringente ha fatto sì che solo 11 comuni delle Langhe siano oggi autorizzati a produrre Barolo.

Non solo Barolo: la multiformità dell’industria enologica piemontese

Il Piemonte tuttavia non è famoso solo per la produzione di Barolo: infatti nella regione si produce un’ampia varietà di altri vini, come il Roero (prodotto nella provincia di Cuneo), il Ruché di Castagnole Monferrato (provincia di Asti) e il Gattinara (zona di Vercelli).

Un vino altrettanto prestigioso e di antica origine è poi il Nebbiolo, di cui abbiamo già qualche citazione scritta a partire dal 1268: a questa data, infatti, risalgono alcuni documenti storici conservati al castello di Rivoli in cui si accenna al “Nibiol”.

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