Pinerolese - 09 gennaio 2023, 11:23

Dalla famiglia Gouthier, libri in dono alla biblioteca comunale di Perosa Argentina

Delfina è scomparsa lo scorso 10 luglio ed era la nipote di Cirillo, a cui è intitolato l’istituto comprensivo

Delfina Gouthier

Delfina Gouthier

I libri della biblioteca di Delfina Gouthier sono stati donati alla biblioteca comunale di Perosa Argentina, a sigillare un legame fra la famiglia Gouthier e il mondo dell’istruzione e della cultura perosina che affonda le sue origini alla fine del milleottocento.

Delfina, scomparsa lo scorso 10 luglio all’età di 94 anni, è stata una docente molto amata. “A Perosa Argentina ha insegnato francese durante gli anni scolastici 1954/55 e 1955/56 – ricorda il fratello Giuseppe Gouthier –, ma lei ha girato molto, anche all’estero.  È cresciuta in Argentina, e tornata in Italia poco prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale; poi ha sempre viaggiato molto, i viaggi sono stati la sua grande passione assieme alla montagna, in particolare la Valle d’Aosta. Ma sopra a tutto ha avuto una grandissima dedizione per l’insegnamento, ed è sempre stata sorretta da una grande fede nel Signore”.

Il ‘capostipite’ e la tradizione famigliare

Il legame fra la famiglia Gouthier e la scuola di Perosa Argentina è cominciato con il ‘capostipite’ Cirillo, nato a Roure (Villaret d’Amont) nel 1850, da una famiglia di contadini. Pur dando il suo contributo alla famiglia nel lavoro agricolo, Cirillo scelse per sé il mestiere di insegnante, che svolse a Perosa Argentina per quarant’anni.

Nel 1887 sposò una collega, Giulia Galvagno, con la quale ebbero sei figli: Cristina, Mario, Attilio, Leonida, Maria e Almicare.

“Mario e Maria, lui celibe e lei nubile, sono quelli che hanno sempre vissuto a Perosa. Mario, esattamente come suo papà Cirillo, e come anche la zia materna Ottavia, è stato maestro, mentre Maria, conosciuta come ‘tota Maria’, nonostante avesse studiato anche lei per diventare insegnante, ha infine seguito il destino che all’epoca molto spesso riguardava le figlie femmine più piccole, ed è rimasta a casa ad occuparsi delle cure domestiche, per accudire le zie materne Bernadetta e Ottavia e il fratello Mario. A scegliere la strada dell’insegnamento anche la primogenita Cristina e Leonida – prosegue Giuseppe Gouthier –. Il papà di Cirillo, quindi mio bisnonno, era un agricoltore, ma la moglie, mia bisnonna Anne Marie Gay, era discendente di una famiglia di notai. Mentre i Galvagno, la famiglia di mia nonna Giulia, moglie di Cirillo, erano farmacisti a Perosa”.

Una tradizione di famiglia l’insegnamento, portato avanti anche dallo stesso Giuseppe e dalla moglie Marisa Visintin.

Nel 1958 venne istituita dal Comune di Perosa Argentina una borsa di studio intitolata al Maestro Mario Gouthier, e destinata agli studenti perosini più meritevoli.
Complessivamente, la ‘dinastia’ Gouthier ha insegnato a generazioni di perosini per circa novant’anni, ed è per questo che l’Istituto Comprensivo di Perosa Argentina è intitolato proprio al primo, Cirillo Gouthier.

Un soprannome che arriva dal Settecento

Nonostante poi la famiglia si sia ‘sparpagliata’ è rimasto intatto il legame con Perosa Argentina e la Val Chisone “Quando eravamo piccoli, papà Amilcare ci portava sempre in Valle, a salutare i suoi fratelli Mario e Maria, e poi al cimitero a Perosa, dove tuttora abbiamo la tomba di famiglia – conclude Giuseppe –. Da piccoli sbuffavamo un po’, ci annoiavamo, ma poi l’affetto per queste zone è sbocciato anche nei nostri cuori. E infatti mia sorella Delfina ha voluto fortemente che molti testi della sua ricca biblioteca andassero proprio alla biblioteca di Perosa Argentina, ma come famiglia abbiamo ancora un grande numero di titoli, dei quali intenderemo fare dono”.

La moglie Marisa Visintin, appassionata docente ed appassionata ricercatrice di storia, ci tiene a raccontare un aneddoto che segna ancora di più il legame fra i Gouthier e la Valle: “Con mio marito e mio suocero Amilcare, classe 1901, ben conosciuto in Valle come ‘il Ragioniere’, sono sempre andata a trovare i parenti in Val Chisone, perché Amilcare ci teneva molto a mantenere il legame. Una famiglia numerosa, non mi orientavo bene fra le parentele, erano quasi tutti cugini, ma mi appassionavo molto alle tante storie che avevano da raccontare – ricorda Visintin –. Un giorno, sarà stato il 1970, uno di questi anziani, un tipo vivacissimo che leggeva sempre il giornale da cima a fondo, ci raccontò che in passato gli antenati di Cirillo avevano un soprannome strano, che li distingueva dai tanti altri Gouthier di altre borgate: ‘Derotto’”.

Il soprannome affonda le radici nel lontano 1747, quando un Gouthier combattè la battaglia dell’Assietta con il contingente piemontese: la sera dell’inaspettata e schiacciante vittoria contro i francesi, corse lungo le scorciatoie che dal Colle dell’Assietta portano a Villaretto Superiore – una ventina di chilometri, con un dislivello di mille e cinquecento metri – e svegliò i paesani gridando “Les françaises sont de rotte”, traducibile in ‘I francesi sono in rotta, scappano’. Così il soprannome ‘Derotte’ gli rimase appiccicato addosso, come una medaglia, trasmessa poi ai discendenti.

“Quella storia ha immediatamente colpito la mia immaginazione, ma non sapevo quanto ci potesse essere di vero – prosegue Visintin –. Una volta in pensione, con l’aiuto di mio marito, ho potuto dedicarmi con passione a fare le dovute ricerche storiche, e sono riuscita a mettere quasi ogni tassello al suo posto. Oggi, di fianco a un prato verde pianeggiante a Villaret d’amont appeso al muro di una casa c’è un cartello indicatore che reca la scritta ‘Li Drotti’: penso che ormai pochissimi villarettesi conoscano il significato di questa parola, che è l’ultimo ricordo di una storia cominciata nel 1747 con il grido trionfante ‘Les françaises sont de rotte’”.

Tatiana Micaela Truffa

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