Dopo quattro mesi di sperimentazione, arriva il primo bilancio del patto tra il Comune ed i Caf per i cambi di residenza e di domicilio. Dal 10 ottobre scorso, i cittadini possono inviare la dichiarazione all'Anagrafe anche avvalendosi dei 102 uffici aderenti alla convenzione.
"Recentemente - ha spiegato l'assessore ai Servizi Anagrafici Francesco Tresso, rispondendo all'interpellanza presentata dal capogruppo del M5S Andrea Russi - è stato fatto il punto con i Caf aderenti per verificarne l’andamento dei primi periodi di attività e per meglio definire il proseguimento".
4921 pratiche con i Caf
Al 31 gennaio 2023 sono state inviate, tramite piattaforma alla Città, 4921 pratiche: di queste 2165 erano cambi di indirizzo, mentre 2756 cambi di residenza da altri Comuni verso Torino. In totale sono state "accolte 849 pratiche di cambio di indirizzo e 657 pratiche di cambio di residenza, mentre le rimanenti sono attualmente in lavorazione".
Più personale e Caf aperti il sabato
Il 12 dicembre scorso è stato introdotto un nuovo gestionale del sistema anagrafico, che ha causato dei ritardi. "La Città - ha spiegato Tresso - ha pertanto predisposto un piano di lavoro, condiviso con i Caf, che mira a ridurre nel giro di due mesi i tempi di lavorazione a 10 giorni lavorativi".
L'intervento che Palazzo Civico vuole mettere in atto con i 102 uffici convenzionati prevede più personale destinato ai cambi di residenza/domicilio, l’individuazione di una task force dedicata che opera il sabato, oltre a corsi di formazione per acquisire maggior dimestichezza nell’utilizzo della nuova piattaforma informatica.
Recuperare i ritardi di Torino Facile
In parallelo l'Amministrazione sta lavorando, come ha spiegato l'esponente della giunta, "per recuperare i ritardi sulle pratiche inoltrate autonomamente dai cittadini sulla piattaforma Torino Facile, con l’obiettivo di riallineare i tempi di lavorazione entro l’estate". Verrà inoltre garantita una maggior presenza al numero di telefono indicato sul sito per le comunicazioni con i cittadini.
Russi (M5S): "112 mila euro per un servizio che non funziona"
All'attacco del Comune va il capogruppo in Sala Rossa del M5S Andrea Russi: "Il servizio serve solo per non avere gente fuori dagli uffici comunali e facendo due conti dai 50000 euro stanziati sono arrivati a spenderne almeno 112.000, per un servizio che però non funziona".