Moncalieri - 22 febbraio 2023, 09:42

Da Moncalieri lanciato l'SOS per la sanità del Piemonte

L'incontro promosso da Italia Viva ha evidenziato le tante criticità del sistema, a partire dalla mancanza di un piano socio-sanitario regionale: l'ultimo risale al 2015

incontro sanità moncalieri

Da Moncalieri lanciato l'SOS per la sanità del Piemonte

Non solo le problematiche emerse negli ultimi tre anni a seguito del Covid, ma ritardi e mancanze che affondano più indietro nel tempo. Il seminario “SOS Sanità Piemonte” promosso da Italia Viva a Moncalieri, ha evidenziato molti dei problemi del Sistema Sanitario Regionale ed ha posto le basi per risposte mirate e concrete a sostegno dei cittadini.

L'incontro, organizzato presso la Famija Moncalereisa, ha messo in luce le criticità e le sfide a cui andrà incontro il territorio piemontese, sotto diversi punti di vista: medico, infermieristico, farmaceutico, architettonico, gestionale, finanziario, psico sociale e di copertura territoriale, anche alla luce del crescente invecchiamento della popolazione e dell’aumento della domanda di cure.

Il Piemonte, a differenza di altre regioni:

●       non ha un Piano Socio-Sanitario Regionale aggiornato (l’ultimo è scaduto nel 2015);

●     negli ultimi 10 anni denuncia un passivo di 379.000.000,00 di euro, come saldo netto tra quanto incassato per i pazienti che dal resto d’Italia hanno scelto di curarsi in Piemonte e quanto pagato per i piemontesi che sono ricorsi a strutture di altre Regioni per ricevere cure adeguate (nella stessa decade la Lombardia ha registrato un saldo netto positivo di oltre 6/mld);

●       dispone di ospedali di età media avanzata, non adeguatamente manutenuti e spesso superati dal punto di vista dell'impostazione architettonica.

Anche i progetti previsti dal PNRR accresceranno alcune differenze territoriali lasciando interi bacini senza ospedali e case di comunità (nuove strutture che dovranno potenziare la rete di medicina territoriale): tra gli altri spiccano i casi di Moncalieri e Chieri.

Urge l’adozione di un nuovo PIANO SANITARIO REGIONALE, poiché gli interventi tampone, non coordinati da una strategia integrata, rischiano di essere poco utili e dispendiosi.

Da dove partire?

●       analisi dei servizi sul territorio in base ai bacini di utenza;

●       analisi della mobilità interregionale;

●       potenziamento della rete di medicina territoriale per evitare l’intasamento dei Pronto Soccorso;

●       digitalizzazione e razionalizzazione dei processi clinici, logistici ed amministrativi;

●       valorizzazione degli immobili dismessi;

●       partnership pubblico-privato innovative che permettano di ottenere vantaggi competitivi e che creino opportunità di crescita per i soggetti regionali del settore. Bisogna porre le basi per una risposta sistemica ai molteplici problemi della sanità locale.

Massimo De Marzi

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