Attualità - 17 marzo 2023, 16:02

Subsonica, Statuto, Willie Peyote e non solo: dagli artisti torinesi un coro a difesa degli spazi musicali "alternativi"

Dopo la vicenda del Csa Murazzi una lettera da parte di band e cantanti della scena musicale cittadina al sindaco Lo Russo: "Questa Città è diversa, non cancelliamo pezzi importanti della sua identità"

subosnica in concerto

La scena artistica torinese in difesa dei luoghi musicali "alternativi"

Torino è una città diversa, che ha fatto (anche) degli spazi alternativi ai circuiti ufficiali uno strumento di crescita e di creatività artistica. E' il profilo che tratteggiano molti dei maggiori artisti torinesi in una lettera spedita al sindaco, Stefano Lo Russo.

Dagli Africa Unite ai Subsonica, dagli Statuto ai Marlene Kuntz, passando per Johnson Righeira, Mao, Fratlli di Soledad, Luca Morino (dei Mau Mau), Willie Peyote ed Eugenio In Via Di Gioia. Sono decine le firme in calce a un appello che vuole ricordare al sindaco della città la storia di Torino, a poche ore dall'operazione che ha visto la Polizia effettuare un blitz presso il Csa Murazzi, con il sequestro di alcune strumentazioni e numerose persone denunciate. Quella che tratteggiano, nella lettera, è la "prospettiva di una stagione repressiva di sgomberi degli spazi sociali occupati". 

 

Conoscere la storia culturale recente della nostra città

"Conoscere la recente storia culturale della nostra città, significa anche comprendere il ruolo importante svolto dagli spazi occupati. Da quando una precedente Torino era avara di luoghi e occasioni adeguate alle necessità giovanili, le energie spontanee che diedero vita alle iniziative autogestite, attivarono buona parte di quello che in città mancava. Le insegne erano quelle del dissenso ma nei fatti, in quei luoghi e in quei momenti, si andava innescando una trasformazione radicalmente costruttiva, per l’attitudine e l’identità della Torino che sarebbe venuta", viene fatto notare dagli artisti. "Musica, arte, cultura non allineata, festival, radio, pubblicazioni. Le generazioni di ragazze e ragazzi che hanno trovato porte aperte in quei laboratori spontanei è stata, in seguito, la stessa capace di rendere accessibili a chiunque, inclusivi e culturalmente vivaci, buona parte dei nascenti luoghi della socialità giovanile. Come in nessun’altra città".Un periodo storico che ha visto Torino emergere in maniera prepotente rispetto a un passato di anonimato. Gli anni che videro ispirare Vinicio Capossela per un brano torinesissimo come "Il tanco del Murazzo", pur non essendo lui torinese. Ma che alimentarono anche gli immaginari de "Il cielo su Torino" dei Subsonica e molti altri ancora.

Una dimensione che ha sempre tenuto un piede al di qua e uno al di là delle regole scritte. Ma che a suo modo ha dato un contributo fondamentale. "L’intera scena musicale cittadina ha avuto da sempre l'opportunità per crescere e confrontarsi su un palco e con un pubblico negli spazi occupati, che si sono presto moltiplicati - dicono ancora i musicisti nella loro lettera -. Molti dei più attivi operatori culturali di oggi, hanno potuto muovere le prime esperienze in quei momenti di aggregazione". Nostalgia? Il punto non è questo, garantiscono i firmatari del documento: "Non c’è nulla di nostalgico in questa ricostruzione, ma è la storia a dirci chi siamo e la storia è importante conoscerla. Siamo musicisti, artisti, organizzatori e organizzatrici di spazi ed eventi culturali, ma siamo soprattutto testimoni di cose avvenute e diventiamo testimoni a carico quando si tratta di ricordare in quali e quante occasioni Torino è stata in grado di cancellare pezzi importanti della sua identità".

 

La vicenda "malinconica" dei Murazzi

E proprio rimanendo ai Murazzi: "La malinconica vicenda dei Murazzi, ancora oggi non del tutto risolta, sta lì a ricordare cosa succede quando una lettura puramente “normativa” della realtà si sostituisce alla sensibilità necessaria per misurare le scelte con dovuto e lungimirante criterio. Conosciamo tutti l’aria che tira in un presente che scivola in modo preoccupante verso rigidità neo conservatrici. Sappiamo che in Italia molte scelte “identitarie” della destra al governo colpiranno le aree del dissenso, le fragilità, le voci culturali non allineate".

Di qui l'invito fatto a Lo Russo e alla sua squadra di governo cittadina: "Chiediamo al Sindaco e alla Giunta di non cedere alla tentazione di allinearsi alla direzione generale di marcia, ma di rispettare la sensibilità di una città che ha mostrato, anche nella più recente occasione elettorale, di essere speciale e diversa. Un’amministrazione consapevole, soprattutto in un momento come questo, dovrebbe mostrarsi refrattaria all’aggressione di spazi e situazioni che, pur nascendo come momenti di critica, dissenso, contrapposizione a determinati modelli sociali, finiscono per rappresentare opportunità di aggregazione sociale e culturale in luoghi altrimenti inutilizzati". 

 

"Evitare inutili episodi di tensione"

E ancora, "chiediamo al Sindaco e alla Giunta di adoperarsi nelle sedi opportune per evitare di assistere ad episodi di inutile tensione e alla soppressione di spazi attivi e di coinvolgimento sociale culturale, altrimenti destinati all’incuria e all’abbandono".

 

redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU