Dopo la battaglia ambientalista, ecco quella economica: Attac Torino torna “all'attacco” della Città di Torino sulla costruzione del nuovo ospedale Maria Vittoria nell'area sterrata del Parco della Pellerina. A finire nel mirino dell'associazione, questa volta, è il protocollo di intesa siglato tra il Comune, la Regione Piemonte e l'ASL.
“Cultura della speculazione immobiliare”
Le accuse nei confronti della Città sono alquanto pesanti: “La Giunta – dichiarano da Attac – avrebbe potuto scegliere il comodato d'uso gratuito tra enti pubblici, risparmiando notevoli lungaggini e consistenti spese legali e amministrative. Anziché la collaborazione tra enti pubblici, però, ha scelto la concorrenza per l'accaparramento delle risorse finanziarie, adeguandosi alla cultura della speculazione immobiliare e incassando un gruzzolo di euro grazie all'accordo”.
L'analisi fatta, inoltre, è piuttosto dettagliata: “Il Comune - dicono - vende all’ASL 59mila 842 metri quadrati del Parco della Pellerina con relativa Variante del Piano Regolatore, l'ASL si impegna all’acquisto per conto dell'INAIL, elabora il progetto del nuovo Maria Vittoria e trasmette il tutto alla stessa INAIL, che a sua volta procede all’acquisto dell’area, rimborsa le spese sostenute dall’ASL, comprese le compensazioni, e concede il mutuo di 185 milioni all’ASL per la costruzione del nuovo ospedale. In conclusione, l’INAIL diventa proprietario di 59mila 842 metri quadrati del Parco della Pellerina, l'ASL diventa proprietaria dell’ospedale costruito sul terreno dell'INAIL e il Comune fa cassa con la spoliazione del patrimonio pubblico, la distruzione del verde e la sua cementificazione”.
“Mercanti di suolo e di verde”
L'attenzione degli attivisti torna poi sul verde: “Al danno – proseguono – si aggiunge la beffa delle compensazioni ambientali. Il protocollo, infatti, stabilisce l'impegno del Comune e dell'ASL di mantenere il bilancio non negativo in termini di suolo consumato: peccato, però, che una delibera del 2019 della Giunta Appendino ammetta la loro monetizzazione nel caso in cui non sia possibile individuare aree di superficie congrua già consumate da deimpermeabilizzare e rinaturalizzare; in questo modo, la Città incassa non solo i soldi della vendita del terreno ma anche quelli della vendita del verde. È ora di dire basta ai mercanti di suolo e di verde”.
A essere criticati, infine, sono anche gli iter burocratici: “Il Protocollo d'Intesa - concludono – prevede, con assoluto disprezzo dei principi democratici, che nessuno possa più mettere becco nella faccenda compreso il Consiglio comunale di Torino, che potrà al massimo dire sì o no al Protocollo d’Intesa qualora venisse formalizzato in Accordo di Programma”.