Nuove Note - 01 maggio 2023, 13:30

Carlomagno, tra punk introspettivo ed ermetismo da balera

Il cantante, che sta registrando il suo disco d'esordio, descrive Torino come "un enorme laboratorio sociale a cielo aperto fondato sulla coesistenza degli estremi"

Carlomagno

Carlomagno

Carlomagno nasce in un piccolo paese alle pendici del vulcano più grande d'Europa, impara una manciata di accordi e dal 2013 scrive e suona le sue canzoni. Nel 2014 ha fatto uscire il demotape autoprodotto Nuova Enigmistica Musicale Tascabile. Dopo la laurea in filosofia si trasferisce a Torino e inizia a scrivere il suo disco d'esordio, che non ha ancora un titolo e le cui registrazioni sono cominciate da poco. lo scorso aprile. Il progetto verrà pubblicato entro il 2023 in co-produzione con le etichette Indiependence e Dewrec.

Come si è avvicinato Carlo Magno alla musica e perché ha scelto questo nome “regale”?
Da bambino ascoltavo ossessivamente i cantautori della vecchia scuola, ero affascinato da ciò che dicevano, della musica mi importava poco o niente. A 12 anni ho scoperto i Nirvana, i primi dischi di De Gregori, mi hanno regalato una chitarra e ho deciso che volevo suonare quelle cose. Volevo provare quelle cose, raccontarle in quella maniera. Riguardo al nome “regale”, mi riservo il trucco di raccontarne la storia durante i concerti, così ho il tempo di accordare lo strumento.


Come descriverebbe la sua musica a un ascoltatore che non la conosce?
Punk introspettivo, ermetismo da balera, tra Battiato e gli Strokes.


Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?
Probabilmente il fatto che continuo a chiedermi cosa vuol dire essere un uomo della mia età in una città come Torino, in questo Paese, in questo determinato frangente storico. Mi rispondo a piccoli bocconi, un brano alla volta, anche parlando apparentemente d’altro. Poi, come capita spesso in questi casi, amo rimasticare e impastare ciò che vedo, leggo o ascolto, da Fortini a Billie Eilish. Rubando spudoratamente.


Sta lavorando ad un disco/Ep?
Sto registrando proprio in queste settimane il mio disco d’esordio, ci ho messo alcuni anni per scriverlo e solo grazie all’interesse e alla cura di amici, amiche produttori e musicisti possiamo finalmente parlarne come di una cosa che sta accadendo, e non vedo l’ora. Ha ancora un titolo provvisorio e verrà pubblicato probabilmente il prossimo autunno.


La sua Torino musicale e non.
Torino è un enorme laboratorio sociale a cielo aperto fondato sulla coesistenza degli estremi. Si riesce ad assistere all’eccesso di qualcosa e all’eccesso diametralmente opposto solo muovendosi da un capo all’altro di una qualunque linea di tram. Convivono grazia e splendore ed estrema noncuranza, mutualismo e sopraffazione, oasi di progressismo e ghetti razzializzati, e via dicendo. Buona parte del suo fascino esoterico è dovuta poi, a mio parere, al fatto che è una città che si piega splendidamente alle sue narrazioni. La Torino che abito, che ho scelto di abitare e che amo disperatamente è la somma di tutte le Torino immaginate. La scena musicale è ampia, profonda, stimolante: sono un accanito fan del lavoro di Eugenio Rodondi, di band come Baobab!, Si Scrive Andy, Zyp.


News, live in programma, appuntamenti.
Passerò i prossimi due/tre mesi tra la chiusura di questo primo disco, le riprese dei videoclip correlati e tutto quel che ne consegue. Per ora l’unico appuntamento in programma è il 22 maggio alla Cricca in coppia con la cantautrice Irene Buselli per il format “Una notte da camaleonti” ideato dalle amiche e dagli amici di Soundset APS: proporremo i nostri brani e poi proveremo ad arrangiare a nostro modo una cover selezionata dalla direzione artistica, sarà interessante.

Federica Monello

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