"Questo è l'ultimo colpo in testa che ci ha sparato la politica". Non usa mezzi termini il Presidente del Goia Giancarlo Nardozzi, che questa mattina insieme ai colleghi dell'Ubat ha dato il via ad un presidio davanti alla Prefettura di Torino.
Le motivazioni? "Dopo 10 anni - spiega Silvano Rittà dell'Ubat - eravamo finalmente riusciti ad uscire dalla Bolkestein: anziché mettere la parola fine a questo incubo, dando una direttiva per i nuovi rinnovi, la vediamo rientrare nel nuovo Ddl". L'annosa questione coinvolge solo a Torino oltre 4.100 ambulanti: la famigerata normativa europea prevede che le licenze mercatali debbano essere riassegnate dopo un tot di anni con gara pubblica. Una regola che vale anche per le spiagge.
A Torino sempre meno mercati
Ma gli ambulanti non ci stanno ad essere associati agli imprenditori balneari. "La Bolkestein - spiegano Goia e Ubat - fa riferimento allo sfruttamento di risorse naturali limitate come mari, fiumi e laghi".
"I mercati - aggiungono - sono un patrimonio culturale italiano: noi teniamo vive le piazze, riempiendole anche con turisti in visita". In parallelo si aggiunge anche che se gli stabilimenti balneari godono di ottima salute economica, il comparto degli ambulanti è sempre più in difficoltà. A dirlo sono i numeri: se a Torino nel duemila c'erano 40 mercati, oggi c'è ne sono 33. Segno che sempre meno persone vogliono fare questo mestiere.
"Non possiamo mai metterci in mutua"
"Abbiamo subito - spiega Rittà - di tutto, dalla pandemia ai rincari. Chiediamo una riforma previdenziale per la nostra categoria: non possiamo mai metterci in mutua, abbiamo delle pensioni ridicole e non siamo stati inseriti nella categoria dei lavori usuranti". "Vogliamo essere messi nell'elenco dei beni patrimonio italiano" conclude l'esponente dell'Ubat. E gli ambulanti sono pronti ad un'estate di mobilitazioni, come annuncia Nardozzi del Goia: "martedì prossimo ci sarà l'assemblea generale, poi mercoledì la protesta locale. Il 14 settembre ci sarà una grandissima manifestazione nazionale".