"Sono un fabbricante di silenzi e il silenzio è indispensabile per scrivere romanzi ambiziosi": è questa la definizione più significativa che dà di se stesso Alessandro Baricco. Il famoso scrittore torinese, autore di romanzi molto amati come Oceanomare e di un monologo teatrale di enorme successo come Novecento, ha ammaliato il Salone Internazionale del Libro con la propria abilità di narrazione, ripercorrendo la propria carriera letteraria tra aneddoti di vita pubblica e privata.
Il silenzio
Accompagnato da Marco Missiroli, In una sala oro stracolma Baricco ha svelato alcuni segreti nascosti dietro alle proprie storie: "Quando si leggono i miei libri - ha dichiarato - si sente solo il mondo che ho fabbricato e si dimentica il resto. La stessa cosa ho cercato di fare nella mia vita privata: nonostante abbia sempre parlato molto, sia in tv che in pubblico, ho sempre cercato di ricreare quel silenzio intorno a me; il silenzio che ho percepito nei teatri, ad esempio, è qualcosa di unico".
Un "arrogante e narcisista sincero"
A proposito di se stesso, Baricco ha un'altra idea molto particolare: "Quando scrivo saggi sono gradevole, ma quando lavoro sui romanzi divento arrogante e narcisista, anche se sincero. Per fondare mondi bisogna essere visionari e se la gente ama i miei mondi è perché vuole viaggiare in quei mondi, anche se la cosa brucia un sacco di energia".
Un occidente di orrore e bellezza
Un rapporto molto particolare, inoltre, è quello con l'Occidente e le sue contraddizioni: "Non mi vergogno - ha ancora aggiunto - di essere occidentale perché, nonostante l'orrore che siamo stati in grado di portare nel mondo, custodiamo una bellezza che si può percepire nell'arte e nella cultura, come la musica classica. Abbiamo una capacità di fare stupidaggini, modificarle e farne delle altre con una tenacia così mostruosa da diventare un modo di stare al mondo".
La malattia
Infine, non è mancato un accenno al tumore con cui Baricco convive da qualche tempo: "In generale - ha concluso - sto bene perché adoro la vita e adoro il mio corpo, che mi ha dato tantissimo; detto questo, sto vivendo la malattia con dignità e forza. Sono rimasto molto sorpreso, quello sì, dalla valanga d'affetto che ho ricevuto da tutti".