“Basta ciclabili sui marciapiedi”: con questo messaggio lanciato attraverso un post su Facebook, il presidente della Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico di Torino Diego Vezza ha esternato la propria delusione per la recente modifica della pista ciclabile posta nel controviale lato nord-ovest di corso Potenza in prossimità dell'incrocio con corso Regina Margherita.
Le contestazioni
A essere contestata è la scelta di costringere alla mobilità promiscua ciclisti e pedoni con i relativi rischi: “Un altro tratto di ciclabile – si legge - fatto da pochi mesi, dritto e senza gradini, che viene cancellato e deviato sul marciapiede. Le persone in bici, da adesso, saranno costrette a zigzagare tra pali e uscite dei passi carrai, dribblando persone a piedi, con i passeggini e con i cani. Con a fianco una mega autostrada urbana di oltre 50 metri di diametro si sacrifica un metro e mezzo buttando insieme persone a piedi e in bici: non è accettabile”.
Un altro punto criticato è il mancato coinvolgimento della Consulta: “Non è il primo caso – ha proseguito – di ciclabile spostata sul marciapiede, senza preavviso, senza condivisione e senza richiedere un parere della Consulta, con una modifica peggiorativa all’infrastruttura dedicata alla mobilità attiva e sostenibile. Perché reiterare gli errori del passato e creare conflitti tra utenti deboli, continuando a dedicare spazi immensi all’auto privata?”.
La replica dell'assessora Foglietta
A rispondere alle sollecitazioni è l'assessora alla viabilità della Città di Torino Chiara Foglietta: “Quel nodo - dichiara – ha forti criticità viabili perché si trova in corrispondenza di un incrocio che conduce all'imbocco della tangenziale e perché quel controviale viene caricato da chi proviene dal sottopasso Donat-Cattin. In più sopralluoghi abbiamo concordato 2 diverse azioni: abbiamo eliminato 8 posti auto e anticipato la salita sul marciapiede, visto che l'attraversamento era già previsto così; grazie a questo intervento abbiamo anche ripristinato un tratto di banchina ammalorato”.