Attualità - 05 giugno 2023, 13:15

Malamovida a San Salvario, tempo scaduto per il Comune. Lo Russo: "Nuovi luoghi per il divertimento notturno"

Il sindaco annuncia: "Entro metà giugno saranno intraprese azioni concrete"

malamovida - foto d'archivio

Malamovida a San Salvario, tempo scaduto per il Comune di Torino

Tempo scaduto. La Corte di Appello aveva dato sei mesi al Comune di Torino per risolvere il problema della malamovida di San Salvario. La sentenza emessa a novembre 2022 era chiara: 200mila euro di risarcimento per i residenti del quartiere per i danni da rumore molesti. E metà 2023 come termine ultimo per fornire delle soluzioni concrete per abbassare i decibel.

A metà maggio la giunta Lo Russo ha approvato il piano di governo della notte, ma ora è tempo di mettere in atto delle misure concrete. Negli scorsi giorni una sentenza della Corte di Cassazione lombarda ha dato ragione ad una coppia che abita nel centro storico di Brescia, dicendo che se la movida provoca dei danni alla salute, è il Comune a dovere pagare i danni. 

Lo Russo: "Responsabilità non possono essere scaricate solo sulle spalle dei sindaci" 

"Pensiamo che questa vicenda giudiziaria - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - sia un ulteriore campanello di allarme rispetto al fatto che queste questioni non possono essere scaricate solo sulle spalle dei sindaci, che hanno responsabilità definite, ma talvolta poteri limitati".

"Solo attraverso un intervento sinergico tra Comuni e autorità preposte alla sicurezza pubblica - ha aggiunto - si possono individuare soluzioni migliori". 

Nuovi luoghi per la movida

Sul fronte delle azioni concrete Lo Russo annuncia che entro una decina di giorni la Giunta approverà ulteriori misure di contrasto alla malamovida. "Stiamo concludendo - ha spiegato - la  predisposizione di un atto che sarà approvato a metà giugno, nel quale si da una risposta puntuale alla sentenza".

Tra le misure l'individuazione di nuovi luoghi per il divertimento notturno, così come "un piano di governo per la notte" con azioni concrete da mettere in campo. "È evidente che questa questione non può essere lasciata alla giurisprudenza e ai tribunali: richiede una revisione, anche normativa, di quelli che sono i poteri dei sindaci relativamente al rilascio delle licenze commerciali e sulla pianificazione commerciale, così come credo sia utile individuare forme di maggiore raccordo per il presidio del territorio".

Cinzia Gatti

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